Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Scanno, il viaggio del mito. Nella scala dei valori di una società il mito ha la funzione di “ordinare” la realtà sociale assumendo esso stesso accezione di valore, pragmaticamente accettato, sancito e imposto secondo cultura. Il mito traduce in termini di maggiore complessità e autenticità qualunque forma di assetto sociale perché, a differenza dell’ideologia, non razionalizza la realtà ma la traduce in termini onnicomprensivi, soprattutto emotivi. Sono le emozioni che nelle interrelazioni dei comportamenti danno origine al mito. Il mito, allora, memoria simbolica comune traduce gli ambiti storici e dà parola e stile alle “reazioni“ del territorio. Attraverso il mito gli uomini di un paesaggio urbano scrivono e riscrivono continuamente non solo la storia, ma l’intera realtà che li circonda. Il mito è un ordine degli ordini, ordine interno come paradigma necessario per l’orientamento dei singoli e della comunità, circoscritti in sistemi di produzione, dislocati nel tempo e nello spazio. All’interno delle grandi trasformazioni delle strutture e delle forme della società agro-pastorale di Scanno, l’esigenza di definire altri valori, altre interazioni comportamentali, non esclude la fine dei miti. Un recupero in termini di trascendenza e di divinizzazione di archetipi mitologici porta nell’orizzonte culturale del mondo moderno, la necessità di porre l’attenzione su quel mondo di miti che una civiltà dinamica e trasformatrice comunque ha creato nel tempo.