La memoria del paesaggio nelle terre dell’aquilano: un sistema complesso di riferimenti, consuetudini, silenzi.
Segni appena emergenti, minori, ricercati sulla terra, nelle case, nel lavoro, negli edifici adibiti al culto.
Etnofotografia.
Testo e fotografia di Vincenzo Battista.
Le fotografie segnalano uno stato di “osservazione” e “misurazione” in simboli, segni, presenze nel paesaggio attraversato. Emergono caratteri che segnano territori geograficamente distanti, ma restituiscono un comune intendimento: di identificazione, appartenenza e continuità con la propria storia. Le interpretazioni e le espressioni emergenti dei luoghi, le condizioni sociali, le tensioni che attraversano il paesaggio degli uomini sono lette con la fotografia quale mezzo di testimonianza.
Le immagini.
I campi aperti dell’aquilano, stazzo fortificato in pietra, i segni del paesaggio, dentro le case, “la memoria”, la tromba per il bando, la religiosità, la pupa e la festa, ex voto, il mulino di Teora e Acquadoria: le immagini religiose che proteggono il grano e la sua trasformazione, Scanno e il lavoro con il tombolo.
I luoghi.
Fontecchio, altopiano di Navelli, Roio, Bagnaturo, L’Aquila, Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte, Collepietro ,Beffi, Bazzano ,eremo di San Venanzio, San Vittorino, Barete, Scanno.