Testo e fotografie di Vincenzo Battista.

Guardare la montagna, il suo passato, la sua memoria, ma soprattutto porre l’attenzione ai destini delle piccole comunità residenti, come appunto Secinaro, stipato per la sua posizione orografica nel cuore della montagna, nella provincia dell’Aquila, nell’Abruzzo interno appenninico del Parco regionale Sirente – Velino. Il paesaggio è particolarmente boschivo,  costituito anche dal massiccio del Sirente e dal suolo aspro, pedemontano, con un profilo altimetrico dalle alte escursioni, dove vengono esercitate attività residuali legate all’allevamento e all’agricoltura e in parte allo sfruttamento delle risorse montane. Inoltre, la popolazione residente presenta l’indice di anzianità fra i più alti della regione Abruzzo. L’ambito attrattivo industriale con il suo terziario costituito dalla Valle Peligna e in particolare da Sulmona, assorbe una parte della manodopera locale e soccombe alle necessità dei secinaresi. Ad oriente il territorio comunale investe il lembo del piano inclinato della Valle Subequana, mentre ad occidente interessa le pendici del Sirente e la vegetazione di alta quota. L’abitato si concentra su un colle, nelle vicinanze di Rio del Fosso, e da questa posizione sopraelevata domina la Valle Subequana, comunque decentrato rispetto alle vie di comunicazione che interessano l’intera valle. I reperti archeologici affiorati, in parte conservati nel palazzo municipale, testimoniano l’esistenza di un insediamento preromano e romano che nella sua evoluzione, nell’epoca alto-medioevale, caratterizza il borgo con un nucleo fortificato d’altura con funzione di controllo della valle sottostante, sottoposto per lunghi periodi alla giurisdizione della contea di Celano. Il questa prospettiva, il consiglio comunale di Secinaro ha dato corso nell’anno 2002, alla mostra documentaria ” Secinaro, dieci racconti della Montagna. Una ricerca sul campo “, un’idea, in definitiva un primo tassello, costituita da un modello di “comunicazione” finalizzata a un Centro Documentativo nella Valle Subequana “sulla memoria del paesaggio” nel borgo di Secinaro, aperto e fruibile dal pubblico, in grado di raccogliere e salvaguardare le fonti della tradizione orale locale, i Beni immateriali, preziosi elementi per ricostruire la storia della società di Secinaro e della Valle Subequana. I dieci racconti quindi, sotto forma di pannelli digitali con narrazioni e fotografie, rilevati a Secinaro dal mese di marzo al giugno 2002, grazie anche alla collaborazione di Luigino Barbati, offrono un confronto a volte anche drammatico dei processi sociali ed economici dal dopoguerra gli anni ’50, in uno spaccato di storie personali che concorrono a ricostruire i fattori determinanti dell’economia montana di un tempo, perché nessuno dimentichi ” il linguaggio e la comunicazione del passato” che recuperano la memoria, e che assumono un ruolo particolare nel racconto delle esperienze personali vissute in montagna da intere generazioni. I dieci racconti narrati, quindi, degli uomini e delle donne di Secinaro appartengono alla storia e alla cultura di questi luoghi, alla montagna, ma sono anche patrimonio comune : ” Testamento della montagna”, e per la prima volta vengono liberati dall’oblio che li circondava e riproposti per una riflessione collettiva nella mostra documentaria permanente visitabile nel comune di Secinaro.

 

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