Sorella Acqua telematica. Le 99 cannelle dell’Aquila.

Testo e fotografia di  Vincenzo Battista.

Nella Cronaca aquilana Ritmata del cantore epico medioevale Buccio da Ranallo : “… come il nome questa villa ecco posto/ Acquille questa chiamasse, che sede in questa costa” di un nucleo, piccolo, un borgo iniziale, chiamato ” la Rivera”, che vedrà nascere intorno ad esso la futura Aquila, città fondata come il suo blasone per dominare, appunto, dalle acque della “Rivera”, quella del mito delle “Novantanove Cannelle”, il più antico monumento civico della città, dalle alte quinte murarie, austera ” pubblica fontana”; nella sua penombra nottetempo è stato microfonato con tecnologie innovative il suono dell’acqua tra i chiarori notturni e i riflessi d’acqua; s’infrange questa, precipita con fragore il suono dai mascheroni in pietra nelle vasche, ininterrotto, continuo, insistente, dal 1272 (data della costruzione intorno alla cinta muraria, e non se ne conosce la sorgente, così vuole il mito), per trasportarlo, magicamente, nel “nuovo mondo web dell’integrazione”, senza più frontiere e mura invalicabili, senza più ostacoli e impedimenti, e far vivere così la memoria dell’acqua, il dinamismo delle sue molecole e quel suono antico trasportarlo nello spazio e nel tempo telematico,  sì quello web, fin dove arriverà…

 

Le immagini.

Il monumento medioevale della “Fontana della Riviera con Novantanove Cannelle” (citazione da un anonimo del XVII secolo) mito dell’acqua, che fuoriesce misteriosamente, ininterrottamente dall’anno 1272, ma ora anche virtuale, magica, con una sua memoria telematica.