Testo e fotografia Vincenzo Battista.
La montagna metamorfosi della divinità…Dal Vecchio al Nuovo Testamento fino al cristianesimo, la vita fisica e quella spirituale trovano nella montagna la sintesi delle aspirazioni, potremmo dire delle armonie, mutuando gli scritti romantici di Leopardi. Aspirazione e armonia, che spesso ignoriamo su un esercizio imperioso, di comando, arrogante sul paesaggio montano e vogliamo “dominarlo”, nonostante gli eventi che possono precipitare intorno a noi – spesso accadde – di una montagna che non ha colpe, ma vive il suo ciclo naturale. La montagna quindi non è delle “attese”, le nostre, che si liberano e la sfidano… spesso siamo noi che le attribuiamo colpe per gli accadimenti. E’ lì immutata da secoli la montagna, così la interpreta Francesco de Marchi nella prima ascesa sul Gran Sasso nella sua vera data il 1563 e non il 1573 come spesso si cita ( Dolcini, Biblioteca nazionale di Firenze. Ms II.I. 279, c10r), quindi simbolo della divinità imperscrutabile, ma superata dall’animo dall’esploratore bolognese, in una prova epocale.
La montagna e gli stati d’animo positivi che trasmette. Lo spirito è la dimensione centrale con cui l’uomo entra in relazione con le cose; e il corpo, l’altra faccia della medaglia, è l’elemento biologico fondamentale. Insieme, questi, formano una legge speciale. Così spirito e corpo si esaltano congiuntamente in un’ascensione, una scalata, oppure in un impegno tra le balse rocciose e gli aspri sentieri di vetta. Nel paesaggio montano, nei ritmi e nei passi sistemici che si compiono subentra una “sfera” che protegge “l’esploratore”: è la sua sublimazione, nell’osservazione del Gran Sasso d’Italia. E questo si rivela nei diari del già citato Francesco de Marchi, la sua forza emotiva che trascina i pensieri nella narrazione scritta : “… ma Francesco – era la guida scrive De Marchi – c’hera la guida diss’io voglio andare in ogni modo. Et io dissi dove tu anderai venirò anc’io ; et così cominciassimo a ramppiccarne con mani e piedi su per le pietre le quali sono fragilissime per le nievi e ghiacci che qui stanno tutto l’anno in alcuni luochi ma ordinariamente nove mesi dell’anno per tutto detto detto Monte”. Parliamo forse di scoperta? Si, anche se da una semplice valle noi scorgiamo una collina, anche questo sì, il “valore assoluto” dello spirito, che ci appartiene, e che infine, custodiamo…
La cartografia d’epoca, Archivio di Stato L’Aquila. Atti demaniali, Prefettura, sezione demaniale, II Versamento.




































































































































