In viaggio negli Abruzzi e per guida la cartografia storica.

Testo e ricerca cartografia storica di Vincenzo Battista.

” Il merito del viaggiatore non sta nel viaggiare, ma nel saper viaggiare…”, saper guardare quindi come nell’antica tradizione dei documenti di viaggio, cioè le testimonianze dei geografi – viaggiatori dei secoli passati che hanno tratto un insostituibile strumento, pittorico e letterario, giunto fino a noi, per conoscere il territorio, e ancor di più i “caratteri” di un patrimonio culturale che ai loro occhi appariva stipato con grande meraviglia tra i blocchi montuosi dell’appennino, ricco di splendori e opere d’arte uniche per la loro progettualità in luoghi remoti di “sommo livello artistico”, contrapposto a squarci di vita disperata e a luoghi dalla condizione estrema.

Viaggiare negli Abruzzi, dal Gran Sasso al Fucino e alla Valle Roveto, dall’Altopiano delle Rocche al Parco nazionale d’Abruzzo e la Valle Peligna, dal massiccio della Maiella fino alla citta di Aquila, guidati dalla mappe per rincorrere la descrizione dei beni monumentali trovati attraverso la cartografia intorno al “viaggio”, una terra da scoprire in definitiva attraverso le sue vie storiche, l’ambiente, l’archeologia, l’arte e infine i monumenti, per comprendere il valore della cultura locale e suscitare così la volontà di visitare questa terra piena di fascino antico, di eroismi, narrazioni scritte sulle pietre degli amboni e manufatti pregiati di luoghi in apparenza incomprensibili; paesaggi che avvolgono e vivono con le forme dell’abitare religiose e di culto attraversate dai viaggi epici di santi e condottieri, appunto ai bordi del nastro delle antiche vie consolari, e così “segnate” ed edificate, terra questa topos della mente, e del “viaggio” come metafora, ma anche ” vera” identità, conservata, irrinunciabile per i nuovi viaggiatori del nostro tempo “alla ricerca di ciò che rende piacevoli i viaggi e che le cose consuete, grazie alla novità e alla sorpresa, acquistano il sapore di un’avventura”, annotava nel 1787, Goethe, in “Viaggio in Italia”, attento alla ricomposizione di un mosaico di architetture e opere d’arte che rappresentavano, in definitiva, la sintesi della mappatura geografica della natura umana, ancora attuale.