Il rifugio degli “Olaci” di primavera.
Testo e fotografia Vincenzo Battista.
“La Vaccareccia” (m.1503 s.l.m.) la località, “Serpetti” il rifugio del Chiarino in pietra, ricovero dei pastori transumanti nel cono geologico che si stringe con le “Scaffette” (le Coste di monte Corvo) a nord e risalendo, in trek, sul pianoro dei “Castrati” per poi affacciarsi alla Sella di monte Corvo (2302 m.s.l.m.). Il bosco del Chiarino. Si alza il bramito dei cervi, cupo, continuo e desueto a sentirlo. I cinghiali. Intere colonie e famiglie dalla crescita demografica portentosa al galoppo entro il bosco, dal rumore sempre più assordante ti passano a fianco ma non ti degnano di uno sguardo, con il capo branco che precede dalla stazza enorme e le femmine con i cuccioli che seguono. Infine i lupi, aquile, poiane. Gli orapi (olaci), la verdura che non costa niente, spinaci di montagna. Gli orapi dalle sostanze nutritive. Il cibo lessato dei pastori. Il simbolo del Chiarino, gli orapi, e la raccolta a fine maggio dopo che si sciolgono le nevi nei pressi dell’allevamento stanziale ovino abbandonato, negli stazzi in quota. Gli orapi: un ecosistema stanziale.