di Vincenzo Battista.
Non ci sono pastori, contadini, uomini e donne delle periferie, dei villaggi, ma raffinati eleganti personaggi che rendono omaggio alla Natività ne “L’Adorazione dei Magi”. Ho chiesta alla classe IV B del Liceo “Cotugno” – L’Aquila una riflessione nell’ambito della materia storia dell’arte: provare a spostare il dipinto a Pantelleria, attualizzarlo e capirne il contesto, oggi, adesso, nel nostro tempo…
L’Adorazione dei Magi è un dipinto a tempera su tavola (173×228 cm con cornice 303×282) di Gentile da Fabriano, datato 1423 e conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze.Pantelleria (Pantiḍḍrarìa in siciliano) è un comune italiano di 7327 abitanti del libero consorzio comunale di Trapani in Sicilia.
Il testo di una studentessa.
“L’ADORAZIONE DEI MAGI, OGGI, NELL’ISOLA DI PANTELLERIA…”
Testo di: M.L., classe 4 B liceo delle Scienze Umane.
Spesso, ci troviamo per scelta o per puro caso a dover vivere istanti e momenti di cui non possiamo stravolgere l’esecuzione, spesso gli avvenimenti avvengono per un motivo ben preciso, forse per migliorare la qualità della prospettiva di vita di ogni individuo, oppure, nel peggiore dei casi, straziare gli occhi pieni di speranza di coloro che lottano ogni giorno, anche per una semplice mollica di pane.Spesso l’uomo tende ad incolpare l’altro, pur di non prendersi le proprie colpe e fare i conti con la realtà… viviamo in un mondo in cui la libertà è un privilegio di pochi, dove ridere è un lusso e macchiarsi di sangue e lacrime una cosa da tutti i giorni.La diversità che accomuna ognuno di noi, piuttosto che essere risaltata ed evidenziata, viene sradicata da una tempesta in moto tutti i giorni… noi esseri umani spesso coltiviamo una forte oscurità al nostro interno, oscurità che spesso e volentieri riversiamo negli altri, come se chi ci fosse davanti, non fosse fatto di ragione e animo come noi.Come si fa a togliere la luce negli occhi degli altri, pur di far risaltare la propria, come se la vita fosse una lotta alla sopravvivenza e alla costante ricerca di benessere e stabilità, che non potrà mai essere garantita, perché tutto muta, niente rimane uguale e la forza maggiore,come l’amore è praticata da pochi… forse privilegiati.Distruggere destini, far esplodere luoghi e uccidere i propri simili, sembra essere ormai routine, perché avere le mani macchiate di sangue e la coscienza colpevole è più semplice che affrontare le situazioni e trovare un punto di incontro.Persone, famiglie, donne, bambini che ogni giorno, piuttosto che sentire alla sera la soave musicalità dei grilli, sono obbligati a sentire bombe e proiettili; dove piuttosto che osservare paesaggi colmi di purezza, osservano i resti delle proprie case… costretti a scegliere, e non ad esempio che scuola prendere, bensì su chi dover salvare, su quale vita viene prima e spesso mettere da parte la propria.Le persone, i nostri simili, pur di continuare a coltivare la speranza che possa esserci qualcosa di migliore, decidono di immigrare, infatti mentre noi osserviamo le stelle nelle notti per riflettere su cosa svolgere il mattino seguente, loro le osservano per appagare quel forte senso di vuoto e dire a se stessi che un giorno, si spera non tanto lontano, anche loro potranno essere radiosi come le stelle, ed illuminare quell’oscurità che li ha accompagnati a ungo. Anche Maria e Giuseppe immigrarono per qualcosa di migliore, un viaggio spesso travagliato e con la costante paura dell’avvenire, ma c’era qualcosa dentro di loro, una spinta, che nonostante il terrore di fare questo salto nel vuoto, gli diceva che ne sarebbe valsa la pena e che ogni sacrificio sarebbe stato ripagato da qualcosa di più grande, loro infatti, dopo la nascita di Gesù ritrovarono la speranza. Però, in un mondo in cui porgere la mano all’altro è sinonimo di “sporcarsi”, dove una vita vale l’altra e chiudere le frontiere sembra la soluzione migliore, quale luce vogliamo riaccendere? lasciare che se la cavino da soli, cavalcare l’onda in una piccola barca sovraffollata, in cui si fa la selezione per chi “merita” di vivere e chi meno, non è vergognoso?.Il mondo è bello perché vario, però sembra che si ritrovino solo i simili, infatti mentre i tre magi portavano i doni, qui le persone l’unica cosa che ricevono è non essere riconosciute come tali e non avere il diritto di provare l’ebrezza di quella libertà che ti fa perdere la voce e scompigliare i capelli.