Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Gli spazi urbanistici e il tempo misurato, quasi immobile, scandito da un orologio silenzioso, impercettibile in apparenza. Il villaggio di un mondo parallelo, dell’antropologia nell’abbandono e del ritorno…Sulla falesia le case di poggiano sulla linea di crinale che sale in un lungo asse. Memoria e storia, non c’è altro nella solitudine. Le coordinate geografiche delle relazioni sociali declinate, e non verranno mai più riadattate in relazione al patrimonio culturale che rappresentavano, in questo processo davanti a noi di svuotamento sociale, inarrestabile.