Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Gabriele D’Annunzio cerca la Ninfa negli spazi dell’immaginario, nella malinconia è lei la Ninfa dannunziana dell’atmosfera decadente preraffaellita di una atemporalità, in un concetto – sfondo onirico che fatica a prendere plasticità davanti agli occhi del Vate. La Ninfa del fiume fugge inseguita, ritmo e musica intorno a lei tra i flussi – rifugio delle acque del Tirino, creatura della nascita nella Tragedia, mito dell’ebbrezza, demone crudele se vuole castigare ma anche dominatrice mite e clemente sfugge, si nasconde per amare: metamorfosi, tra lei e acque, non si fa avvicinare, non si fa possedere…