Testo e fotografa Vincenzo Battista.
Le immagini. La sequenza della processione di San Bernardino che varca Porta Castello.
La processione di San Bernardino da Siena a L’Aquila, Porta Castello attraversata, il superamento, il confine tra il profano (le terre sterili da bonificare oltre le mura) e la città sacra della predicazione che attende il Santo nelle piazze per sanare le dispute cittadine. La processione (20 maggio 2025) rivive in questo: è transizione, viaggio, la ricerca della comunità che varca la porta, la dimensione spirituale e condivisa. La porta, difesa, un tempo: il mondo esterno insidioso e quello interno che celebra le associazioni, le unioni, è protetto. Sfila la statua di San Bernardino con il suo monogramma che si interfaccia con le chiavi d’imposta o architravi in pietra di via Castello, che nelle porte delle case, così scolpito, rappresenta lo stesso monogramma. La transizione, quindi, il mutamento, superare la soglia, l’apice della soglia è il diaframma nel quale, ogni cosa, non è più la stessa: è l’atto di varcare, l’immedesimarsi di un gruppo sociale e religioso, i gesti ritmici, le parole sussurrate, la memoria della collettività qui presente è messa in relazione, si superano le individualità, il suolo, la via, la porta, tutto è celebrato in questa porzione di città, delle attese. Uno spazio osservato, dedicato, quindi, non c’è altro tempo che questo di tale cornice temporale. Cristallizzato invece è il logo del santo che recava sempre con sé (messaggio spesso nascosto che i “design” nel loro lavoro hanno sapientemente inserito), l’elemento visivo e decisivo di un brand esso stesso identità e personalità con i suoi valori e i modelli di comunicazione: il monogramma IHS di San Bernardino, pensate che cosa si era inventato, la tavoletta che lo rappresentava, la esponeva sul palco delle predicazioni. Il santo senese morì a L’Aquila il 20 maggio 1444, ma già a Sella di Corno (frazione del comune di Scoppito) colpito dalle febbri, ammalato ed esausto compì il miracolo dell’acqua che improvvisamente sgorgò dal suolo. “Il Cammino di San Bernardino”, adesso, invece, per chi conosce il Valdarno aretino, il Chianti Senese e il Valdarno a Siena, paesaggi di eccellenza ambientale, sono riuniti in un percorso di tre tappe per onorare il Santo camminatore, di circa 53 Km tra sentieri e carrarecce segnalate e facilmente percorribili, luoghi sosta e ristorazione. Perché no, allora, una analoga iniziativa “dell’ultimo Cammino di San Bernardino…” verso la città dell’Aquila, che può essere immaginata e resa possibile partendo a piedi, un trek segnalato, censito e reso comunicativo da Sella di Corno, lungo i sentieri e la macchia boschiva che declina nella Conca aquilana – un punto di forza questo della memoria che si plasma sul paesaggio – fino al convento di San Francesco o quello che ne resta, dove San Bernardino morì il pomeriggio di mercoledì 20 maggio 1444. Aveva 63 anni.
Nelle immagini, il logo del “Cammino di San Bernardino” nel Valdarno, e il monogramma IHS del Santo conservato nel convento di San Giuliano, L’Aquila.



































