“La Porta del Paradiso” nella Valle Subequana”.

Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Luigino Silveri, falegname – artista, musicista e cantore epico nei suoi scritti, oltre ad un’altra infinità di requisiti nelle opere d’ingegno, come l’enigmatica Croce di Gerusalemme in legno, nella sua lunga attività creativa che fa di lui un genius loci. Un “Ligabue” della Valle Subequana che, alla sommità della sua storia personale, a Secinaro, nella sua bottega delle meraviglie ha, inoltre, realizzato un manufatto simbolo, attraverso la lavorazione di materia prime: “La Porta del Paradiso”, così la definiamo, con diversi legni pregiati, poiché raccoglie e assomma, concentra e sintetizza tutto il sapere e l’alto valore della manualità, senza avvalersi di strumenti idonei. La bottega artigianale a Secinaro è come un libro dei sogni, varcare la porta in un luogo apparente che non c’è, onirico, in quei pochi metri quadrati di un fondaco che trattiene la sapienza, la progettazione, musica e scultura, la pittura, ebanisteria, intaglio e anche la poesia. Il 4 marzo 1936 Luigino nasce a Secinaro, parte emigrato per il Venezuela nel 1955 (con il padre avvia una piccola azienda di falegnameria),  ritorna al paese nel 2000. Conosce Chavez, Pérez, si diploma al liceo spagnolo, partecipa a trasmissioni televisive nazionali, realizza busti in bronzo, incide dischi (voce solista), compone musiche, costruisce interamente dal legno strumenti musicali: violini, chitarre, arpe, mandolini. E quei pochi attrezzi che usa oggi nel suo “mondo perfetto”: sgorbie, martello, sega a mano, pialla, che appaiono inadeguati al complesso lavoro della “Porta” (sembra un totem iniziatico) una scultura, e lo vedremo dai particolari,  e che invece, viceversa, gli sono serviti per la “Porta del Paradiso” con tutti i suoi dettagli visivi. Il riscatto esistenziale è tutto in quella bottega densa e colma di oggetti, schizzi, disegni preparatori, fotografie e manufatti artigiani (per definizione, ma molto di più), quadri, strumenti musicali. Una cultura naif, da un tratto unico non accademico. “La Porta del Paradiso”. Si presenta con l’intaglio del legno attraverso la sgorbia (lavoro attento e raffinato) che scava nelle formelle dei riquadri e allestisce forme di natura morta su vasi, fiori e petali, mostri esoterici posti a difesa della stessa porta, losanghe e motivi barocchi, rosette dei prati, motivi allegorici romanici, cornucopie, cornici, tralci e volute, foglie d’acanto, impostati tutti in un movimento speculare sulle due ante della stessa porta, in una visione totalizzante che utilizza anche un arco a tutto sesto (con la chiave d’imposta) che la sovrasta, e ai lati della porta, invece, due pilatri sempre in legno. In definitiva ha creato un portale utilizzando il legno, che ha sostituito la pietra calcarea come da tradizione in questi luoghi “immaginari“ del Sirente…

Un ringraziamento particolare a Luigino Barbati che ha organizzato l’incontro con Luigino Silveri a Secinaro.