Bologna, città delle acque.

Testo e fotografia Vincenzo Battista.

La città di Bologna e la sua trasformazione in relazione alla cultura dell’acqua. La presenza delle lunghe forme d’acqua e di numerosi opifici nel nucleo insediativo, ha caratterizzato il centro storico del capoluogo emiliano fino al recente passato. A questo si aggiungono le attività economiche produttive di archeologia industriale in relazione ai sistemi idraulici ben congeniati e diffusi sulle sponde dei canali di Bologna. Dal XII secolo entra in regime la navigazione fluviale collegata alla rete idroviaria del Po per il trasporto di uomini e mercanzie, oltre alla edificazione dei mulini da seta, cartiere, concerie e tintorie, ruote verticali per la macinazione dei cereali e legumi, fabbisogno per l’alimentazione della comunità residente, di cui restano ancora le tracce negli edifici ristrutturati dentro il circuito delle mura della città. Un passato idraulico e storico artistico che ha la sua origine nel 27 a. C., con l’acquedotto che attraversava le colline che cingono Bologna fino alla cinta muraria. L’opificio delle acque, dunque, sede espositiva permanente per conservare e divulgare le permanenze e le testimonianze della cultura idraulica e la memoria secolare dei canali di Bologna.