Dante e i luoghi popolati da figure ibride e malvage. L’ispirazione per la Commedia. L’inferno. La mostra documentaria del male e i suoi simboli. Bologna.

Testo e fotografia Vincenzo Battista.

I miti crudeli e barbari, fin dall’antichità, sono stati sempre custodi di luoghi infimi. I personaggi che Dante osserva nell’Inferno, nel suo “viaggio”, sono tratti principalmente dall’Eneide e dal poema virgiliano. I guardiani dei vari passaggi del cammino e che custodiscono i luoghi, figure brutali anche nei modi, mostruose, con la particolarità delle descrizioni fisiche orrende, hanno la funzione di accogliere le anime e giudicarle. Dante riprende ambientazioni, contesti malvagi, particolari come nella figura di Caronte, la città di Dire, Flegiàs e i Giganti. Figure demoniache, incarnazione del male, demoni infernali che sono presenti nella discesa di Enea negli inferi e Dante è nei suoi passi. Mitologia, anime, destini vengono reinterpretati nella tradizione del male e del demonio che per i cristiani, nella cultura medioevale, rappresentava quanto di più orrendo potesse accadere a loro dopo la morte, in relazione al peccato.