Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Ravenna. Mausoleo di Galla Placidia. La corte imperiale si trasferisce da Milano a Ravenna all’inizio del V secolo. Il complesso edificato tra il 425 e il 430 dopo il ritorno di Galla Placidia, imperatrice romana, da Bisanzio a Ravenna. L’ingresso nel sacello a croce latina è caratterizzato visivamente, fin dall’ingresso, dalla cupola con lesene, archetti e timpani di gusto romano- ellenistico. I mosaici ricoprono l’interno a partire da uno zoccolo di marmo pregiato che cinge l’intera volumetria. La volta a botte con decorazioni auree, corolle bianche e il cielo indaco. Festoni di fiori e frutta, il Buon Pastore, intrecci decorativi, il paesaggio e le sei pecorelle. I simboli dell’uva, mele, melagrane taumaturgiche, e la tunica d’oro, il manto purpureo sempre del Buon Pastore. Nella cupole i quattro evangelisti nei pennacchi e sopra il cielo stellato. Le lunette dei bracci laterali, quelle del tamburo, il sottarco con il blu predominante nei mosaici, l’indaco appunto di grande rarità da ricercare nelle pietre in Oriente e simbolo di prestigio insieme alla doratura delle foglie d’oro direttamente sui marmi pregiati, tagliati ( le tessere musive), e lavorati dai maestri mosaicisti. L’acqua battesimale (in un’anfora divina) in un raffinatissimo mosaico con le colombe abbeveranti. I sarcofagi monumentali sono posti nelle tre nicchie del mausoleo.