Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Il lago naturale dei Prati del Sirente ( m.1151), è l’epicentro di un disegno paesaggistico nelle alte quote della montagna. In questo scenario, il lago, è frontale alle balze dirupate che si alzano in verticale dai boschi avvolgenti il massiccio fino a circa 1800 metri, stratificate le rocce nelle pareti dolomitiche della lunga cordigliera del Sirente, nel versante sud- ovest. Il lago, ghiacciato, ha cristallizzato le impronte della fauna locale e quella in movimento alla ricerca delle prede. Impronte di lupi, cervi, camosci, cinghiali, istrici, volpi, donnola, lepri e persino orsi, oltre a una grande quantità di avifauna ( in particolare L’Aquila), costituiscono nelle orme e nelle tracce lasciate, per chi sa osservarle e capirne poi gli spostamenti sull’altopiano carsico, un rilevante patrimonio di conoscenza e quindi di mobilità degli animali stessi che intorno al lago stazionano per poi allontanarsi. Il lago, quindi, oltre che dimensione geografica ed etnografica per gli uomini allevatori del comprensorio nella transumanza verticale da Secinaro, anche indicatore biologico e indice ambientale per i cambiamenti climatici che coinvolgono i mammiferi nei boschi del Sirente.