di Vincenzo Battista.

Machu Picchu, la città dei misteri e della memoria.

Gli Inca di Machu Picchu (Perù, regione di Cusco), città-rovina, dichiarato Patrimonio Culturale e Naturale dell’Umanità nel 1983 dalla Unesco, ritrovata, sepolta dalla vegetazione.

 Il sito archeologico scoperto del 1912 dagli americani, con l’utilizzo di immagini aeree all’infrarosso, dentro e nel cuore delle Ande, il paesaggio, una sorta di merletto a ricamo alzato, frastagliato dei monti che cinge la città, e per arrivarci un trekking durissimo che sembra non avere termine, ci segna nel suo percorso…

 Sorta su un terrazzamento, solcata da inimmaginabili valli e solchi ricoperti dalla vegetazione, coni montuosi che si alzano, fiabeschi e densi di simbologia evocativa.

La corriera prima (folcloristica per usare un eufemismo), necessario avvicinamento, come nel film di Spielberg sul personaggio di Indiana Jones, tanto che su uno sgarrupato autobus che sfiora gli strapiombi e ci aggrappiamo ai sedili impietriti, l’unica cosa di cui non aver paura sono i masticatori di coca, i contadini in una sorta di assenza…, che hanno caricato di tutto, si, proprio di tutto, ed è inutile fare l’elenco. Siamo Osservati, ci chiedono di favorire le foglie che tengono in mano…

La città quindi sotto i nostri piedi quasi onirica, una delle sette meraviglie del mondo. Le pietre lavorate, scalpellate, armate a secco con utensili primitivi, muri che si alzano, vie e accessi tra i resti delle quinte, a scalare locali stretti (ricordano Pompei) che accoglievano persone e cose, un po’ come da noi, nei nostri dintorni nell’archeologia dell’autocostruito in pietra fino a spaziare nell’intero bacino del Mediterraneo con le sue città -fortezza dell’età Classica.

Ubicata nel cuore delle Ande peruviane, la sacra cittadella inca costruita intorno al 1450, enigmatica e misteriosa, densa di occultismo come testimoniato dalla Torretta del Tempio del Sole nella cittadella, arcana ancora da decriptare tra le Ande e l’Amazzonia.

 La piazza di Machu Picchu, impropriamente definita, ma per capirci, la chiameremo cosi, luogo di raduno collettivo e sito di manifestazioni sacre e divinatorie, i templi, gli edifici religiosi carichi di mistero.

Nella Cordigliera delle Ande è stata rinvenuta in uno scavo archeologico la mummia di una bambina inca 13 – 14 anni, risalente al 1450 circa, con corredo sacro e amuleti divinatori, seduta a ridosso di un incavo di pietre: un sacrificio umano.

 Poi i declivi terrazzati della città, coltivi un tempo, armati con pietre che scendono sui crinali del borgo in altura, per la loro economia autosufficiente, di consumo, e non altro.

 Il camminamento principale che cinge la città, per attraversarla a piedi o con i lama. Si, il lama, paziente, ma che avrà sicuramente sputato in faccia a qualcuno che si è avvicinato, inconsapevole dell’animale che si sarà sentito minacciato. Lo potrà raccontare…