La calcara di Cansano ( Aq). La preparazione della calce nell’antico mestiere alle pendici della Maiella.(Traduzione in inglese). La pietra e il pane.

Ricerca, testo e fotografia di Vincenzo Battista.

I pannelli della mostra digitale, i racconti.

11 dicembre 1786.«Nella Corte della Terra di Cansano, personalmente costituito presso gli atti sudetti, Tommaso di Mascio di questa Terra di Cansano, spontaneamente ave asserito di aver riposta certa quantità di calce nel luogo detto dietro San Rocco, dove questa Università intende costruirvi un cimitero per conservare le ossa dei defunti. Ed oltre ciò, che detto fosso reca pregiudizio, perché trovasi quasi vicino in una pubblica strada, ove passar devono anche gli armenti dei€ cittadini ,e che perciò potrebbe portare nocumento. Per qual fine esso costituito, per rendere detta Università  sicura delle sue ragioni, si obliga nella forma di legge più valida di togliere da detto luogo, ossia fosso, la calce predetta, ed andarsela a situare in un altro luogo distante da detta strada, o contrada ». [Citazione originale riadattata].

 

Così recita un documento della Corte locale€ di Sulmona, conservato presso l’€Archivio di Stato. La descrizione, oltre a definire la geografia dei luoghi e la storia del paesaggio locale di Cansano con le sue sovrapposizioni, conferma tuttavia il peso e l’importanza di una attività che gravava sull’€intera collettività , di un antico mestiere alle pendici della Majella, quello dei “€calcaroli”€. «Lo zio di mio padre Vincenzo -€ raccontava Palmiero Ruscitti -€ da Cansano partiva a novembre con la sua compagnia e dopo quindici giorni, a tappe, dormendo dentro i fienili e nelle stalle, arrivava a Fondi, in provincia di Latina, dove restava fino a giugno a produrre calcare per il marchese Marzucca. Un anno, prima della partenza per Fondi, la gente di Cansano aveva indetto una questua raccogliendo del denaro e affidandolo poi a Vincenzo per portarlo a Roma, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Il Papa una volta l’€anno vi si recava per officiare messa, e la gente di Cansano desiderava porgere un’€offerta e avere un “€messone”€ per tutti i morti del paese. Quando il sacerdote della chiesa vide lo zio di mio padre con la bisaccia, mal vestito, diretto a Fondi, gli disse che con quei soldi doveva piuttosto procurarsi degli abiti e un paio di scarpe. “€Ma questi sono i soldi dei morti di Cansano”€ afferma, lasciandoli per l’anima dei defunti, per il “messone”€ e per gli antenati calcaroli».

 

11 December 1786. «In Cansano District Court, appearing in person following the aforementioned proceedings, Tommaso di Mascio of this District of Cansano, of his own accord claimed that he had placed certain amount of lime in the said place behind San Rocco, where this university intends to build a cemetery for the bones of the dead. And besides that, that the said ditch is detrimental, because it is quite near a public road, where the herds of the local citizens must pass, and hence could cause harm. To which end he has appeared in court in order to legally oblige the said University to remove the aforementioned lime from the said place, the ditch, and to put it in another location distant from the said road, or district». [Modified original citation]. This is from a document of the Local Courts€ of Sulmona, kept in the State Archives. The description, as well as defining the local geography and the history of the Cansano landscape, in any case confirms the significance and importance of lime making, an ancient craft that involved the entire community living at the foot of the Majella. «My father- uncle Vincenzo – said Palmiero Ruscitti -€“ left Cansano in November with his friends and after a fortnight, in stages, sleeping in barns and stables, arrived in Fondi, in the province of Latina, where he stayed until June to produce lime for the Marquis of Marzucca. One year, before leaving for Fondi, the people of Cansano collected money and gave it to Vincenzo to take to Rome for the church of Santa Maria degli Angeli. The Pope went there to take Mass once a year, and the people of Cansano wanted to make an offering so the Pontiff would say a €Great Mass€ for all the dead of the town. When the priest of the church saw my father€ uncle with his knapsack, badly dressed, heading for Fondi, he told him that he should instead use the money to buy clothes and a pair of shoes. But this is the money of the dead of Cansano, he said, determined to use it for the souls of the deceased, for the Great Mass€ and his lime maker forebears».

 

 

«Mi recavo a piedi a Rivisondoli e Roccaraso  -€ raccontava Palmiero Ruscitti -€ dove si costruiva una calcara di oltre mille quintali. Nella bisaccia vi erano farina di granturco, patate, fagioli e la cosiddetta “€composta”€ (salsicce di carne, fegato e costatine cotte con lo strutto). Lo strutto, fatto in casa con il lardo di maiale, si scioglieva dentro il caldaio e si filtrava per ottenere “€gli cicuglie”€, la carne per la ”€pizzarecchia”€. Nel camino, poi, veniva cotta ponendola sotto il “€coppo”€ricoprendola con la brace. I ragazzi, intorno alla calcara, preparavano la polenta, cuocevano i fagioli e sistemavano il campo dove vivevano i calcaroli. Le capanne si costruivano con i pali infissi nel terreno e se ne rivestivano pareti e tetto con le frasche; all’interno, veniva predisposto un giaciglio per dormire su un rialzo in legno coperto dalla paglia. Partivamo da Cansano a novembre e si tornava alla fine di aprile. Si guadagnava il più delle volte solo il vitto. Compravamo pane di granturco e pizza e cucinavamo polenta tutti i giorni».

 

«I used to go walking to Rivisondoli and Roccaraso  -€“ said Palmiero Ruscitti -“ where they built a limekiln weighing over 1000 quintals. My knapsack contained cornstarch, potatoes, beans and “€composta”€ (meat sausages, liver and ribs cooked with lard). Lard, homemade with pork, melted into the cauldron and filtered to make “€gli cicuglie”€, the meat for “€pizzarecchia”€. It was then cooked in the fireplace by placing it under the “pantile€ covering it with embers. The men, around the limekiln, prepared polenta, cooking the beans and arranging the camp where the lime makers lived. The huts were built with poles driven into the ground, while the walls and roof were clad with branches. Inside, a bed was arranged on a wooden ledge covered in straw. We left Cansano in November and returned at the end of April. We mostly just earned our food. We bought corn bread and pizza and cooked polenta every day».

 

 

I pannelli digitali, la mostra documentaria con le fasi del lavoro di costruzione della calcara.

Dalla pietra cotta nella fornace, alla calce.