La narrazione degli studenti della 5 C alla Biennale di Venezia.

Leggendo questi tratteggi, possiamo anche chiamarli cosi ( e poi capiremo perché),  stralciati dalle relazioni scritte dai ragazzi del 5 C,  al ritorno dalla Biennale di Venezia insieme alle sezioni B-C-G-I , appare evidente nella narrazione degli studenti una voglia di “partecipazione” e uno spirito di conoscenza ai linguaggi delle figurazioni  dell’arte contemporanea che va ben oltre le canoniche dichiarazioni. Tratteggi, quindi, e non nascondo che mi hanno anche emozionato leggendoli, e in alcuni passaggi anche sorprendenti per la dimensione intima, valoriale davanti all’opera d’arte che vuole essere conosciuta dagli studenti , “asciugata” dalla complessità dei segni visivi e rivelata infine, che testimonia come la scuola possa con successo aprirsi un varco nel caleidoscopio, mutevole e variegato,  certamente anche complesso delle arti visive del nostro tempo. Forse perché i temi centrali della 57. Esposizione d’Arte – Biennale di Venezia, “ Viva arte Viva” – questo il titolo emblematico -ruotavano dall’umanesimo di una nuova società globale del pianeta, alla resistenza di un certo tipo di uomini, alla liberazione e la generosità nella cultura di massa e nelle identità delle persone che in definitiva sono anche centrali, come temi , nelle materie di studio e conoscenza didattica curriculare del liceo “B. Croce” di Avezzano. E se l’umanesimo e seriamente in pericolo per i conflitti, le migrazioni e le aspirazioni ad una migliore qualità di vita, ecco che l’arte è chiamata ad occuparsi e dare voce alle genti  con l’atto creativo dell’artista, contro la diffidenza e l’indifferenza , certamente  segmenti sociologici, ma se poi questi poi sono visualizzati, resi icone, immagini, rappresentazioni ( happening e performance) come li abbiamo visti con gli studenti nell’allestimento dei padiglioni dell’Arsenale e dei Giardini della Biennale, allora appare chiaro il valore sociale dell’arte:  tendere una mano, sforzarsi , aprire un dialogo in un nuovo neo-umanesimo  di cui tutti noi abbiamo bisogno, ma soprattutto  i nostri giovani studenti : loro sono portatori. I ragazzi della 5 C quindi, la loro meraviglia, il loro stupore, le loro emozioni  davanti al “vero” di singolari opere d’arte che come uno schermo sono transitate davanti ai loro occhi, e non più sui libri di arte, depongono a favore di un allargamento dell’ esperienza giovanile, creativa, e sono sicuro, li segnerà in questo “viaggio dentro l’opera d’arte”, in questa fase, della loro vita.

Prof. Vincenzo Battista, docente di Arte.