Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Le terme antoniane così chiamate, fatte costruire da Caracalla
(figlio di Settimio Severo), e inaugurate nel 216 d. C. ( edificio centrale). Immense ancora oggi nell’alzato architettonico, e intorno al periplo edificatorio, poi le aree interne di grandi spazi. Edificio imperiale a pianta rettangolare per curare il fisico e il corpo nella cultura romana appunto. Sito anche per gli incontri culturali, lo studio, il parco per il passeggio. L’edificio centrale è propriamente delle terme. In sequenza, all’interno il caldariu, il tepidarium, il frigidarium e la natatio. Due le palestre e gli spogliatoi. Una cisterna per l’acqua e due biblioteche. Le esedre e le tabernae e gli accessi per il pubblico. Il complesso interamente rivestito di pregiati marmi, mosaici e colonne, capitelli, statue e fontane. Nei sotterranei vivevano e lavoravano decine e decine di schiavi per la manutenzione delle vasche in superficie, le terme appunto, che dovevano gli stessi schiavi organizzati in squadre, attraverso le macchine in legno idrauliche nelle gallerie carrozzabili, accedere al legname per l’impianto di riscaldamento. Le gallerie sotterranee stimate di circa due chilometri. Nel sottosuolo forni e caldaie, impianti idrici. Il Mitreo, straordinario luogo di culto è conservato in parte (la fossa sanguinis) , si ipotizza il più rilevante della città di Roma. Sito religioso per gli adepti al culto e i rituali di iniziazione voluto della famiglia dei Severi per i culti orientali.