Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Le piante riunite e incontrate: cardo mariano, erigeron alpinus, antrosace abruzzese e adonis versalis.

Il cardo mariano è una pianta che appartiene alla famiglia delle asteracee. Utilizzata per la cura e protezione del fegato. E’ un antitodo contro l’avvelenamento da funghi velionosi. Nell’allattamento stimola il latte, riduce i dolori mestruali. E’ indicata contro il mal di testa, le mestruazioni e cura la febbre. Le foglie in infuso faciliano la digestione. Il cardo mariano è usato anche per la preparazione dei liquori. Protettivo contro le scottature e gli eritemi.

Erigeron alpinus dimora e si trova in abbondanza nell’Appennino Centrale. Piccola erbacea perenne, della famiglia delle Asteraceae, ha nei fiori una caratteristica che li fa assomigliare alle margherite. Si racconta che le genti del Gran Sasso la utilizzavano in preparati segreti, composti con altre piante, contro il dolore: la medicina curativa, così chiamata, conservata e tenuta in casa dalle famiglie contadine. Usata contro i reumatismi, come antinfiammatori, in caso di diarrea e problemi gastrointestinali.

 Antrosace abruzzese o antrosace matildae è la pianta usata per i calcoli renali. Chiamata “medicina per l’uomo” sembra sia stata testata dal medico botanico greco Dioscoride (I sec. d. C.). Ha il fusto legnoso e colori bianchi e rosei dal cospicuo cespuglio. Vive nelle aree ombrose intorno ai 2200 metri. È definita specie endemica abruzzese.

I fiori gialli che caratterizzano l’adonis vernalis sono giallo pallido. La pianta è stata elevata a simbolo del Parco nazionale del Gran Gasso d’Italia. Indicata per le malattie infettive e tachicardia.