A poco più di una settimana dall’evento della MIETITURA, scrivo una breve cronaca illustrata dalle numerosissime foto inviatemi dagli amici intervenuti ad animare e rendere gioiosa questa giornata. Prima di tutto vorrei ringraziare Cristina De Matteis che per il secondo anno “porta “ qui a San Demetrio i bambinidella Scuola Estiva di Fagnano Alto con la Maestra Chiara Terenzi e Donato Porrelli, poi il Prof. Vincenzo Battista per la sua partecipazione all’evento con I suoi racconti e favole attinenti al grano ed alla tradizione della mietitura, Lucio Marinangeli che mi ha sempre spronata a continuare e infine per la prima volta, Alessandro Taddei portavoce della Fondazione Senatore Cappelli.Come lo scorso anno, i bambini della scuola estiva sono stati i veri protagonisti, abbiamo mostrato loro gli antichi attrezzi gentilmente concessi da Roberto Mirabella , da Quintino Ciccone che quest’anno aveva un impegno improrogabile che non gli ha permesso di intervenire e da Eleonora. Alle 10.00 puntualissimi erano sul campo. Guidati dagli adulti, hanno raccolto le spighe di grano tagliate con le sarrecchie (falcetti) e confezionati i manoppi (covoni) che sono stati legati con i vàvse ( legacci) fatti con gli steli di grano interi. Steso un pannozzo (panno di canapa tessuto al telaio), vi sono poi stati adagiati tutti i manoppi subito ricoperti con un altro pannozzo. A questo punto i bambini hanno avuto via libera di saltarci sopra con tutta la loro energia. Abbiamo così rievocato la “trescatura”, quell’operazione che serviva a liberare le cariossidi, i chicchi di grano, dalle loro spighe quando ancora non esistevano le grandi trebbie. Quindi, con un rastrellodi ferro fatto a mano, una volta era di legno, abbiamo spostato la paglia pestata ben bene e raccolto il grano con grande gioia e incredulità da parte dei bambini.Completato il lavoro abbiamo steso i pannozzi al riparo dal sole dentro una radura ombreggiata da olmi, noci e rami di biancospino. Qui prima del “pranzo del mietitore” ci siamo seduti ad ascoltare il Prof. Vincenzo Battista con il racconto della Madonna Nera che nelle storie popolari rappresentava le povere donne che, prive di un loro campo di grano, andavano a raccogliere I chicchi che rimanevano nei campi. Poi la favola del grano sul monte Cerro nella quale un ricco possidente viene punito per la sua avarizia. Il silenzio, la voce profonda del narratore, gli sguardi attenti sotto l’ombra e il verde della vegetazione, hanno creato momenti magici ed emozioni.Infine il “ pranzo del mietitore” a base di pane Senatore Cappelli e pomodori conditi con sale, olio, basilico e origano, pizza e mortadella portata da Lucio, una “fiorita” crostata di marmellata di zucchine fatta da Sonia Masulli e poi il cocomero fresco.

Tina Cardabello, San Demetrio ne’ Vestini.