Testo fotografia Vincenzo Battista.

Dalla sommità del borgo la chiesa di San Nicola di Bari. Scendiamo con Luigino Barbati dentro i vicoli, le strade cordonate, gli accessi stretti, i sottopassi e gli slarghi del borgo di Secinaro.

Le prime immagini sono emblematiche nelle motivazioni strutturali del luogo: la roccia scavata e, sullo sfondo, il borgo di Secinaro. Lo sforzo collettivo della comunità, il lavoro durissimo nel ventre del paese per ricavare la breccia che, unita alla calce delle calcare allestite intorno al borgo e alla fornace di mattoni ( vedi le volte a botte dei locali cantina e stalla) , hanno favorito per secoli l’edificazione lenta ma continua della struttura urbanistica di Secinaro. Dentro le case si scavata, si asportava la roccia ridotta poi in frammenti, si aprivano nuovi vani, corridoi per adibirli a cantine, stalle, rimessa di strumenti agricoli. Si scavava e la breccia, caricata dentro i tini in legno, veniva trasportata con i muli e venduta, barattata con prodotti agricoli. Il paese d’inverno. La stagione del riposo dai lavori nei boschi e in campagna favoriva la ricerca ossessiva, nel ventre della montagna su cui si appoggia fino a degradare il borgo, nella conquista dei nuovi spazi dell’abitare. La lenta e progressiva espansione del paese è stata vissuta nelle sue viscere. Una società chiusa, di sussistenza e con poche risorse a disposizione per il numero rilevante di abitanti, relegata ad un ruolo marginale, Secinaro per decenni fuori dalle rotte per il commercio e la comunicazione con altre comunità limitrofe, in un territorio aspro e montano, ha saputo adattare i propri bisogni solo all’interno delle deboli economie di scambio della montagna: la sua cultura, l’autocostruito, la capacità di edificare in condizioni limite, e i suoi miti della montagna e una richissima narrativa di tradizione orale.

Secinaro. Luigino Barbati, i cibi e i piatti della tradizione locale.

La preparazione e la cultura dei cibi, il paesaggio degli orti di Secinaro e i prodotti agricoli.

Fettuccine con il ragù di vitella allevata in zona, pancetta di maiale ed erbe aromatiche. Fusilli con pomodori freschi, erbe di montagna,” all’arrabbiata”. I cavoli ripassati in padella, crauti e patate. Arrosto di vitella alla “finocchiella selvatica”. Salsicce di carne e di fegato con verdure dell’orto. Cipolle e finocchi al forno speziati. Patate lessate dette “a gnocchi”, ripassate in padella con acqua di cottura, formaggio, lauro ed erbe aromatiche.