Al centro dell’Appennino.

Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

Un territorio al centro dell’Appennino, inciso profondamente dal corso del fiume Aterno, che lo attraversa da nord ovest a sud -est, con un paesaggio caratterizzato da catene montuose con quote minime di 550 metri di villa San Angelo ai 2623 metri di monte Corvo nel versante oriente e i 2206 metri di monte Ocre in quello occidentale. Un sistema ambientale in zone omogenee che possono individuarsi nella conca aquilana e Alta valle dell’Aterno e nei due versanti del Gran Sasso. la conca aquilana larga da poche decine di metri, tra Marana e Barete a tre chilometri nelle vicinanze dell’Aquila, si sviluppa da 560 metri di Villa San Angelo ai 850 metri della piana di Montereale, con terreni pianeggianti, utilizzati a coltura, sede della maggior parte degli insediamenti umani fin dai tempi preistorici. Due versanti del Gran Sasso, quello orientale con le vette più alte Monte di Mezzo  2155 metri, monte Corvo, 2623 metri, monte Brancastello 2385 metri, e quello occidentale monte Verrico (1309 metri) e nella parte sud monte Orsello (2043 metri), monte Ocre (2206 metri), monte Cagno (2153 metri) che si congiungono con il complesso del Velino, separate da arre pianeggianti o sub pianeggianti di fondovalle o in quota come Poggio Cancelli, Cascina, Aielli, Sella di Corno, Campo Felice, Campo Imperatore, Porcinaro, allungate in direzione nord ovest sud – est. Un ambiente morfologico e fito-geografico che dalle pianure alluvionali dell’Aterno risale ad est verso il Gran Sasso ed a Ovest verso il Velino, caratterizzato fino a quota 1000 da una zona sub – montana definita ” castanetum”, composta da boschi di quercia, cerro, nocciolo, acero, carpino nero, ornello e una vasta coltivazione di cereali e oggi pascolo; da 1000 a 1800 metri dal faggetum composta da originarie faggete di alto fusto oggi molto ridotte che costituiscono il limite “medio superiore del bosco” che scende a 1600 metri dal lato sud oltre il quale (1800 e 2200 metri)si sviluppa la ” zona montana superiore” a pascolo d’altitudine detto pascolo raso; dai 2200 metri da rocce affioranti e pendii denudati. La struttura geologica del territorio è caratterizzata da un susseguirsi di blocchi di rocce calcaree e di calcareo dolomitiche stratificate di età compresa tra il giurassico e il miocene basale, separati gli uni dagli altri da faglie di rigetto verticale. All’interno delle catene montuose tra le due dorsali del Gran Sasso, si trovano zone di pianura originatesi per riempimento di depressioni e /o carsiche con depositi alluvionali e con prodotti residuali della dissoluzione delle rocce carbonatiche che formano i rilievi stessi. le depressioni sono così composte da terre brume limoso – argilloso – sabbioso, con frammenti di rocce lapidei dello spessore anche superiore ai 100 metri e con permeabilità variabile. Nella Conca aquilana, lungo tutta la valle del fiume Aterno, da Pizzoli a L’Aquila, nella zona di Sassa – Scoppito, nella conca di Roio e in alcuni lembi della valle del Raiale tra Assergi e Paganica, affiorano depositi fluviali, lacustri e fluvio lacustri, mentre nel fondovalle Aterno tra Coppito e L’Aquila affiorano brecce calcaree, mentre l’area compresa tra la piana di Montereale e la piana di Campotosto tra Lucoli e Tornimparte si ha alternanza di strati e banchi di arenaria e di marne argillose.