Anima, vento e meccanica di un inventore.

Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

Le fonti storiche e antropologiche custodite nel centro rocchigiano di Rocca di Mezzo e il Genius loci, ossia quelle persone che con il loro ingegno hanno dato ai luoghi un’anima, una memoria; hanno contribuito a definire una identità locale, esaltandola, attraverso appunto le loro produzioni creative, originali, che si pongono fuori dalle aspettative comuni.  Le fotografie degli anni ’30 di Guido Crisfoffanini sulla vita e la cultura materiale dell’altopiano delle Rocche, pubblicate anche sulle migliori riviste italiane dell’epoca. L’iconografica e di archeologia industriale di Davide D’Eramo (1881 – 1952): “Genius loci”, professione inventore. “Forza di spirito e forza del vento” si racconta di lui, ma non era un ingegnere; “anima, meccanica e ingegnosità” hanno scritto, esaltandolo, ma di un’autodidatta, si tratta, che si è costruito ed ha affinato le proprie capacità elettive guardando appunto la “meccanica” degli elementi naturali, da cui ha tratto straordinarie “macchine” delle meraviglie, che precorrevano i tempi, allora, negli anni ’30, e strabiliavano tutti. ” Era una figura inconfondibile; indossava immancabilmente i pantaloni alla zuava ed il cappello con falda tesa all’orecchio, come i cacciatori delle Alpi, aveva un paio di baffi al moschettiere sempre arricciati alla punta e un passo svelto alla bersagliera (se non andava in bicicletta) ch’era difficile seguirlo. Per noi ragazzi – ricordava Mario Arpea – che nutrivamo nei suoi confronti un’ammirazione sconfinata e non solo perché ti restituiva sano quello che avevi portato rotto. Varcare la porta di quel laboratorio era un avvenimento” e all’uscita uno spettacolo, poiché da quella baracca, sul modello di “Ritorno al futuro ” dove lavorava Doc, lo scienziato nel film del regista Robert Zemeckis, iniziò ad uscire prima un prototipo di spazzaneve a pale rotanti, subito messo in funzione come dimostrano le foto d’epoca; poi salì su un tetto di una abitazione per insediarvi una centrale eolica che, inoltre, azionava un generatore di corrente e faceva funzionare un piccolo mulino per il grano, costruito durante il secondo conflitto mondiale. E ancora la “lampada eterna tascabile”, appesa al collo, tirata una cordicella, caricava un meccanismo, illuminava la strada. Inventò un orologio da torre a pesi, fino al prototipo di un motore per aerei con recupero dei gas di scarico e ancora oltre l’invenzione memorabile: un’automobile a vento. Il veicolo si mosse, raccontano, acquistò velocità. Nel film “Ritorno al futuro” l’interprete, Michael J. Fox, chiede a Doc : ” Come faremo ora a tornare nel passato…”.