Testo e fotografie di Vincenzo Battista.

In questo luogo franco del lago di Campotosto approdano numerose specie di uccelli rari come l’airone cenerino, gru e oche selvatiche, oltre al moriglione, all’alzavola, al fischione e alla moretta, che svernano nell’area. Le specie nidificanti sono il germano reale, la folaga e la gallinella d’acqua. L’avifauna compie centinaia di miglia in volo fino a questa area protetta dell’Appennino abruzzese dal particolare habitat caratterizzato dalla presenza di alcune specie di flora d’alta montagna che convivono con il lago.
Una leggenda narra l’accadimento prodigioso avvenuto a Campotosto il 2 luglio 1604. A una bambina, Rosa Angelica Palombi, apparve la Madonna vestita di bianco nei pressi del torrente Rio Fucino, “il piccolo eden”. La Madonna le chiese di tornare in paese e riferire a suo zio, il parroco, di edificare una chiesa in suo nome in seguito chiamata Santa Maria Apparente. il luogo indicato non poteva essere confuso, poiché la neve delimitava i confini della futura chiesa. La bambina, muta dalla nascita, tornò in paese e tra lo stupore generale iniziò a parlare conducendo lì la gente che accorse in massa. La chiesa fu costruita all’ingresso del paese e il sito divenne luogo di pellegrinaggio e di miracoli raccolti dalla tradizione orale della piccola comunità che rinnova l’evento con una processione e la sosta dentro la “grotta della Nunziata”. I dipinti alle pareti mostrano il miracolo della Madonna della Neve nell’area di Campotosto, un “diffuso giardino” dagli accadimenti prodigiosi, un paesaggio con una delle più alte concentrazioni botaniche del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga.
L’acqua si è ritirata, ha liberato una lunga riva, aprendo un varco al gregge per pascolare e raggiungere, sotto la radura, le quote di montagna e i pendii sopra il lago di Campotosto. La sabbia sottile di arenaria modella le anse e le baie dove l’acqua fredda ristagna e forma paludi imprevedibili su cui possono sprofondare gli animali. Nei pressi sorge il piccolo borgo di Mascioni che viene ricordato in alcune annotazioni della viaggiatrice inglese Estella Canziani nel 1923. Queste. “Aggiunse che non aveva tempo di andare a vedere i preparativi della festa di Mascioni e, dopo aver radunato tutti i suoi sette figli, si avviò con loro verso casa, mentre io e mio padre uscimmo a vedere la festa. Nella strada principale c’era una sorta di mercatino dove veniva messa in vendita roba disparata sparpagliata sulle pietre; fummo felici di scorgere pere acerbe ed aglio, una grossa aggiunta alle nostre provviste. Ovunque uomini e donne urlavano, gesticolavano, litigavano, comperavano; tutte le strette curve erano occupate da asini e muli legati all’altezza dei portoni…”
La barca raggiunge il luogo delle reti da pesca contrassegnate dalle boe. Dalle reti a bandiera, lentamente ritirate, si inizia a recuperare i pesci, i coregoni, che verranno venduti alle strutture turistiche del lago. Il lavarello (Coregonus Lavaretus) é una specie di coregore, un pesce di acqua dolce che ha trovato nel lago da Campotosto il suo ambiente ideale. Di origine subalpina, predilige le acque fredde e trova nei fondali bassi il suo habitat naturale per la riproduzione. L’allevamento, con le uova collocate in incubatoi, e la contestuale nascita degli avannotti, consentono di ripopolare il lago di Campotosto. Le acque e le condizioni climatiche rendono le carni del coregone di pregiata qualità. L’esercizio della pesca professionale nel lago è riservato ai pescatori residenti e ai nativi dei tre comuni competenti per territorio, oppure a chi esercita la pesca da almeno vent’anni, per salvaguardare la conservazione dell’ ittiofauna e dell’interno ecosistema lacustre.
I cavalli percorrono le sponde del lago di Campotosto cercando di raggiungere i prati per il pascolo nel vasto comprensorio dell’Alto Aterno. Ma il lago e anche un grande polmone che respira, vede innalzarsi le sue acque con lo scioglimento delle nevi, ingoia le rive per restituire, con il deflusso delle acque dai canali delle tre dighe di Poggio Cancelli, Rio Fucino e Sella Pedicate, il paesaggio rivierasco, gli alvei che si trasformano nella forma, nei colori delle arenane e delle marne. Nel bacino convergono le acque dei fiumi Vomano, Trontino e Rio Fucino, oltre ai due canali provenienti da Rio Castellano e Alto Tordino. Il perimetro del lago è di 32,4 km. con una profondità che va dai 30 ai 60 metri e un volume di 321.000.000 di metri cubi. La superficie dello specchio d’acqua è di 1400 ettari. Le acque si raccolgono dai versanti dei monti della Laga e dalla catena del Gran Sasso. Con un’altitudine di 1313 m. s.l.m. è, dal 1985, Riserva Statale, sito d’importanza Comunitaria interamente compreso nel Parco Nazionale Gran Sasso- Monti della Laga.
Le fotografie.
Con l’elicottero sulle anse del lago di Campotosto attraversate dal gregge, l’alba e la partenza per la pesca al coregone con il ritiro delle reti.

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