Aspettando la veglia nella notte di San Giovanni. Il 23 giugno.

Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Bisogna aspettare la sera, le ombre si allungano, assumono sembianze di oggetti, cose, se le sai osservare: percepire, potrai capire molto di più del tuo tempo, così è scritto… La sera di San Giovanni del 23 giugno.” La visione” si prepara, ma molto, molto prima, le lancette del tempo tornano indietro (in epoche per noi incomprensibili), si predispone la “visione” quindi, entra in campo nel suo apparato magico celebrativo con l’iniziale vaso di bronzo che precede il rito e l’acqua piovana, acqua del mare e acqua dei fiumi e ancora acqua sorgiva miscelate tra loro, per le divinità da evocare che si danno convegno, ci osservano e osservano gli elementi naturali da cui provengono, così straordinariamente riuniti. Il recipiente lo terrai sulle ginocchia, versaci le olive verdi, pronuncia la preghiera che sai, con il volto abbassato nel contenitore in bronzo cerca il tuo dio, chiedi i tuoi desideri, e lui risponderà ad ogni domanda.

Oggetti magici, per pozioni a beneficio delle streghe (era la parola Saga nel mondo romano), custodi dei grandi desideri irrealizzabili se non per magia, l’acqua degli incantesimi su tutto per le malattie, la guarigione, gli esiti che definiscono un mondo interiore inconfessabile che cerca il dialogo, esce allo scoperto, non ha timori e dialoga, in parallelo, con i miti.

E dopo che quelle ombre si sono allungate, e la campagna dorme, (adesso è San Giovanni) bisogna raccogliere le piante officinali quali il rosmarino, prezzemolo, ciuffi di aglio, lavanda, menta, ruta, iperico e artemisia, formare prima delle croci e poi farne un mazzetto da appendere fuori dall’uscio per tutta la notte. La casa verrà protetta e preservata con le sue persone.  Con i falò purificatori di San Giovanni che evocano la protezione, conviene raccogliere la cenere propiziatoria e spargerla tra i capelli, contro i mali. E la rugiada, infine, al vertice delle forme magiche taumaturgiche poiché simboleggia la luna da cui le gocce sono illuminate (emblema di fecondità e purezza), va raccolta in gran quantità la rugiada, per lavarsi il viso e le mani il mattino del 24 giugno: lo spartiacque del desiderio se sarà mai appagato e compiuto, comunque da attraversare, come passeggiare dentro una lente del tempo, per ritrovarlo… nei giorni del solstizio d’estate…