L’impero neo-assiro (Mesopotamia, IX-VII secolo a.C.), la ricerca archeologica e scientifica, la cooperazione italiana con l’Iraq -Università di Bologna e con la città di Mosul. Il mattone cotto con iscrizione cuneiforme del re assiro Salmanassae III ( 858 -824 a. C. ), proveniente dalla ziqqurat di Kalkhu – Nimrum, Iraq settentrionale. Apparteneva ad un monumento distrutto nel 2016 dai bulldozer dell’ISIS. Inoltre, il rilievo di due arcieri elamita, la fuga di un guerriero elemita da un soldato assiro, due cavalieri al galoppo, oltre ad amuleti, frammenti e iscrizioni, oggetti di culto e venerazione, iscrizioni sull’argilla cotta al sole, tavolette votive e prescrizioni politiche militari, oggetti in avorio, oro e metalli preziosi con scene di caccia e cortei religiosi. Di particolare importanza l’amuleto in bronzo raffigurante il demone Pazuzu, il demone del vento di sud- est portatore di malattie secondo gli Assiri. A seguito di una distruzione di un palazzo nella residenziale città di Ninive, in prossimità della porta di Adad, datato fine del VII sec. a. C. fu rinvenuto. L’oggetto apotropaico ha avuto ampia diffusione tra il VII e il VI a. C. nella Mesopotamia, in Iran, Egitto, l’Egeo. E’ l’amuleto spirito domestico, vuole esorcizzare contro le figure maligne demoniache. La sua sembianza è ibrida, antropomorfa, metà uomo e metà animale: ha testa squadrata con corna di capra, occhi che escono dalla stessa testa, zanne affilate e, il corpo con ali, con zampe da rapace e coda di scorpione. Tutti questi elementi costituiscono l’apparato zoologico dell’area geografica. Il ciondolo si legava alle vesti con le spille, sospeso anche con un anello. Veniva posta davanti alle abitazioni, vicino alle donne partorienti. Anche sotto forma di placche di metallo, in pietra veniva realizzato corredato da un testo con una formula magica contro la demonessa Lamashtu. Nel film “L’esorcista”, ( anno 1971), Pazuzu compare nelle prime scene del film appunto a seguito di uno scavo archeologico dopo che un gesuita, direttore di un sito archeologico a Hatra – poco distante da Ninive, scopre la statuetta e ne rimane colpito: preconizza il male che è in arrivo…
Vincenzo Battista, Professore di Storia dell"Arte presso il liceo statale "Vittorio Emanuele II" - "Cotugno", L'Aquila.
VIDEO: La stagione della Carbonaia. Progetto di Vincenzo Battista e Antonio Porto. Riprese di Roberto Soldati.
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