Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Cappella di San Brizio o cappella Nova, è collocata nel lato meridionale del transetto, ultimo a destra, del Duomo di Orvieto. Inizialmente, nella detta Cappella, furono realizzate le vele da Beato Angelico e Benozzo Gozzoli nel 1447. Luca Signorelli completa nel 1499 fino al 1502, e l’opera della Cappella prende il nome indicato nel “Giudizio Universale”. Sintetizza la fine dell’umanità, la redenzione dell’Anticristo e la Resurrezione dei morti e della carne. I grandi scenari onirici dell’affresco di Cristo Giudice, il Paradiso, l’Inferno compongono il ciclo iconografico e drammatico osservato nelle stesse scene apocalittiche. L’effetto prospettico – illusionistico delle pareti dipinte, divise in due registri e organizzate come quinte teatrali scenicamente con pilastri verticali e cornici orizzontali. La pittura mette in atto il clima storico dell’epoca: gli sconvolgimenti dovuti alle guerre, conflitti religiosi, epidemie e carestie alle soglie del nuovo secolo. Il focus dell’opera di Signorini nelle “Storie degli ultimi giorni” si caratterizza per la possente spaziale originalità degli eventi trattati e costituisce un unicum nel panorama della seconda ondata del Rinascimento maturo. Le scene: prediche e fatti dell’Anticristo, Finimondo, Resurrezione della Carne, Dannati, Beati, Paradiso, Inferno. La cappella affrescata e una continua lotta tra il bene e il male che si rincorrono, ma senza mediazione alcuna. Lasciano sul terreno le rovine e gli strascichi del doloroso dilemma. Non c’è pausa nelle composizioni incalzanti, non c’è tregua, la visione è di grande impatto visivo, sovrasta, interroga, sconcerta: tutto il mondo conosciuto e lì. “L’invenzione” delle scene, la pittura che diviene arringa contro l’umanità tutta, la complessità, i particolari, e infine i dettagli di grande efficacia resi materia della comunicazione visuale inedita nel quadro della pittura degli Stati italiani. Signorelli è l’inventore di una “macchina” tumultuosa, apparentemente confusa, poiché proprio così deve essere. La sua genialità, la sua visione escatologica della vita deve sconcertare il fruitore dell’opera enciclopedica, riversargli addosso tutto il male che diviene immagine, annichilire l’uomo, sottometterlo alle forze del male che visualizzano i peggiori nostri incubi sopiti ma non sconfitti per incontrare infine il Cristianesimo e la sua verità nella parola di Dio. Elementi soprannaturali, guerre, omicidi come si diceva, demoni alati e mostruosi, pioggia infuocata, avvolgono le genti: la catastrofe è appena iniziata. Il biblico maremoto solleva le navi con le onde. La città è pronta a capitolare. Il sole e la luna sono oscurati, ma poi la narrazione degli affreschi cede alla salvezza, e quando tutto sembrava perduto, l’uomo è salvo nella sua ragione profonda e nelle sue conseguenti azioni.