Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Il Mausoleo di Adriano, un tamburo in peperino e opera cementizia, rivestito di travertino e lesene scanalate, strutturato nella sua circolarità da statue marmoree, sormontato da una quadriga in bronzo guidata dall’imperatore Adriano. Nel 135 d. C. ebbe inizio l’edificazione. Fondazione a basamento, rampa elicoidale di accesso, le camere funerarie per Adriano e la sua famiglia, la sala delle urne costituiscono le permanenze identitarie del complesso religioso sepolcrale. Il mausoleo ridotto in rovina nel corso dei secoli fin al Medioevo e oltre, decadente e saccheggiata nei suoi marmi, opera muraria di grande impatto visivo sulle rive del Tevere, assume importanza anche grazie all’opera di Michelangelo. Diviene prima avamposto fortificato, carcere e dimora monumentale con quattro bastioni aggettanti intorno al cilindro edilizio monolitico, con i camminamenti di ronda per le milizie. All’interno della struttura, pitture commemorative nella sale affrescate (in particolare rinascimentali a grottesche con fondi bianchi e motivi allegorici di putti, amorini, festoni, divinità, motivi naturalistici, decorazioni, geometrie cabalistiche come nella residenza della Domus Aurea di Nerone, in quel periodo riemersa e copiata nei suoi affreschi). Dal 1367 si alterano quattro papi che stravolgono l’impianto e il Sepolcro di Adriano. Quattro secoli poi di interventi urbanistici, metamorfosi dell’edificio con dentro logge, scale, cortili monumentali, passaggi sotterranei, saloni, locali di accoglienza. I volumi si soprappongono in superfetazioni nelle stratificazioni storiche originali come le mura difensive che inglobato la struttura iniziale. I Quattro bastioni visivamente rilevanti danno il segno del cambiamento architettonico subentrato. Il Rinascimento è sotto il segno di Giulio II, che risiede all’interno dell’apparato architettonico divenuto castello difensivo. Il papa realizza con Michelangelo alcuni interventi come le logge sul Tevere, i camminamenti esterni coperti, gli affreschi nelle sale delle cerimonie, le strutture difensive esterne fortificate e completa il “Passetto di Borgo”: il corridoio che unisce il Palazzo Vaticano al suo castello. L’ Arcangelo Gabriele in cima alla mole Adriana testimonia la supplica di papa Gregorio I, nel 590, contro la peste che imperversava a Roma. Il segno celeste quindi apparve, e pose fine al contagio.