Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Il luogo è in penombra, la cella della detenzione angusta e stretta. La torre nella sua estremità è stata ridotta e tagliata al suo culmine. I conci di pietra della cortina difensiva ancora conservato il disegno nelle pietre e nell’impianto verticale. Il sito nel suo complesso che accoglie la prigione ha subito modificazioni strutturali, ma il luogo dell’esilio e della morte di papa Celestino V è intatto. Le due cortine di pietre della cella quasi si toccano, lo spazio è alto, stretto: sembra anche esso stesso recluso e senza possibilità di aprirsi, poiché il prigioniero ha persino difficoltà a girarsi per uscire dalla stessa cella. Un piccolo altare all’interno, una finestra chiusa e murata: forse è quella dell’apparizione della croce come riferiscono le fonti documentarie. Nella piccola stanza, prima di accedere alla cella, gli ex voto e un reliquario che conserva frammenti ossei, vestiario, capelli e altri oggetti e indumenti appartenuti a Celestino V.