La narrazione degli studenti del liceo “ B. Croce” di Avezzano. Intorno agli scenari della Storia dell’Arte.

Una bottiglia con un messaggio all’interno, che fluttua, nel mare impetuoso dei linguaggi visivi e multimediali della Storia dell’arte. Forse così, con una metafora, possiamo definire le brevi narrazioni che gli studenti hanno redatto sotto forma di riflessioni. Un esperimento in definitiva condotto a fianco del lavoro didattico sulla materia di Storia dell’arte, e portato a compimento a conclusione dell’anno scolastico 2018 – 2019. L’orientamento iniziale è stato quello di sottoporre ai ragazzi una serie di titoli, appunto riflessioni, per motivarli e  provare a sollecitare le personali considerazioni sulle loro aspettative, sugli scenari di temi e argomenti che coinvolgono sì la storia dell’arte, ma vanno ben oltre, si aprono, inaspettatamente, in una narrazione che coinvolge la persona, la propria sensibilità, il mondo appunto dei ragazzi chiamati a confrontarsi con una disciplina didattica, Storia dell’arte, e le sue molteplici implicazioni sociali che si pongono ben oltre. Essa infatti vive nel patrimonio dei Beni culturali del nostro Paese, dove quello che ci circonda, tutto o quasi tutto, ci parla nella stragrande maggioranza di arte e linguaggi visuali. Concetto ribadito, questo, spesso, durante le lezioni didattiche, poiché possa rimanere un punto fermo della formazione dei ragazzi del liceo “B. Croce” di Avezzano che viaggiano tra l’altro anche in Europa. L’esito di questi scritti, infine, che leggeremo, non possono che portarci ad affermare e riflettere su una sorta di scrigno giovanile, personale, il loro, che si apre e ci rivela il mondo inaspettato delle sensibilità culturali che bisogna cogliere, la scuola appunto è chiamata a cogliere.

Prof. Vincenzo Battista, docente di Storia dell’arte classi VA, 3 e 4 C, 3 e 4 E.

La lettura dei simboli.

L’ambone duecentesco della Chiesa di San Pietro ( Alba Fucens), anno 1215 ca. In stile cosmatesco, romano nella lettura della doppia rampa, con pietre pregiate e il porfido simbolo imperiale, costituisce la “pietra angolare” dei Beni culturali dell’intera regione della Marsica.

(V.B. )

“Esiste la commozione davanti l’opera d’arte, anche se questa è trascinata nel tempo…”.

La commozione davanti all’opera d’arte è possibile anche se trascinata indietro nel tempo? Bella domanda. Per rispondere a questo quesito bisogna però porsi un altro interrogativo…  cos’è l’arte? Definire cos’è l’arte non è semplice, ma ci proverò. L’arte per me è uno dei modi più intelligenti, alti e geniali trovati dall’uomo per esprimere sé stesso. L’arte non è semplicemente la rappresentazione di un qualcosa esteticamente bella, ma è uno dei modi più belli di esprimere la creatività umana; modo con cui ognuno di noi può dare un segno del nostro passaggio sulla terra…lasciare un messaggio, esprimere sentimenti, concetti e donare emozioni all’altro. L’arte infatti non si limita solamente ad essere esteticamente gradevole e non è rinchiusa solo in un olio su tela o una scultura ma ogni cosa concepita come tale che possieda un messaggio da trasmettere e una storia da raccontare può essere tale. Comprendere un’opera d’arte non è solo conoscere la tecnica ed il lavoro che ha comportato realizzarla ma è comprendere un pensiero un messaggio, catapultandoci in un piccolo mondo infinito. Quindi la risposta è sì… tramite l’arte pensatori e artisti di ogni epoca hanno lasciato un po’ di sé stessi e del loro modo di pensare e di vedere il mondo, quindi l’arte forse è una delle poche cose a questo mondo che resiste al tempo essendo non solo qualcosa di fisico ma concetto e pensiero immortale in grado quindi di donarci sempre qualcosa di nuovo.

“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”. (Paul Klee)

Di Natale Lorenzo 4°C, Scienze Umane.

“Viandante sul mare di nebbia” di Gaspar David Friedrich, realizzato nel 1818. (Immagine scelta da Lorenzo Di Natale).

“Il mio viaggio nel mondo dell’Arte”.

Ho sempre associato l’arte alla sensibilità, alla profondità dell’animo umano, poiché in essa vi è la trasmissione del sentimento: il voler rendere adorno ciò che non potrebbe esserlo.

Non tutti la sanno apprezzare però, ma tutti almeno una volta sono sicuramente rimasti ammaliati davanti ad un’opera.

Molti proprio così scoprono il proprio “io” sensibile all’arte.

Io l’ho scoperto tempo fa, osservando la celebre scultura di Canova “Amore e Psiche”.

Con il tempo, studiandola, ho iniziato a vedere con occhi diversi la mia quotidianità, trovando in immagini qualsiasi del fascino, pensando: “magari un giorno ci sarà un’opera che rappresenterà proprio questo”.

Nathan Aprile 4°C, Scienze Umane.

“Amore e Psiche” di Antonio Canova, realizzato tra il 1787 e il 1793. Amore e Psiche nell’attimo che precede il bacio.

“Il linguaggio dell’arte visiva, la capacità di conoscere..”.

Ho scelto questo titolo per quello che trasmette e per il significato che c’è dietro. L’arte bisogna osservarla ma non tutti ne sono capaci perché bisogna andare nel profondo. Per farlo occorre guardare i dettagli più nascosti poiché nulla è scontato. Un’opera d’arte ha come scopo quello di rappresentare l’autore e il suo pensiero ma ogni persona interpreta in modo soggettivo e, di conseguenza, ogni individuo può fare propria una creazione artistica e personalizzarla nel significato e nel messaggio che trasmette.

Jennifer Rastellini 4°C, Scienze Umane.

 “Un sentiero alberato in autunno” di Hans Andersen Brendekilde, realizzato nel 1902. (Immagine scelta da Jennifer Rastellini).

 “Immergersi nel mondo sconfinato dei linguaggi visuali dell’arte. I Beni culturali”.

Quando si pensa all’arte ci viene spontaneo immaginare quadri, sculture, affreschi ma non è solo questo. Per me, per esempio, anche un posto che visitiamo è Arte. Pensiamo ad un luogo in cui siamo andati in vacanza e siamo rimasti talmente colpiti da volerci tornare di nuovo: quel posto, quei palazzi, quelle spiagge, quei monumenti, quelle usanze fanno tutti parte dei vari linguaggi visuali dell’arte. Essa ci fa innamorare della sua bellezza, ci permette di sognare e viaggiare nelle varie epoche; possiamo passare dal periodo Romanico a quello Barocco nel giro di pochi minuti e notiamo le differenze e le modifiche apportate a quel monumento per adattarlo alla corrente di quel periodo. Prendendo come esempio il Sud della Sicilia possiamo dire che è un viaggio dentro l’epoca Barocca. Paesi come Noto, Ragusa, Scicli, Modica e Catania sono pieni di cattedrali, palazzi, piazze basate sui canoni di questo stile. Ma l’arte, come ho già detto prima, non è solo questo. Un’altra particolarità dei linguaggi visuali dell’arte è quella di trasmettere delle emozioni anche con semplici usanze. Un esempio è la Cavalcata di Scicli per celebrare S. Giuseppe. È una celebrazione d’origine medioevale collegata anche al risveglio della natura in cui amazzoni e cavalieri, vestiti con abiti della tradizione siciliana, conducono i loro cavalli bardati e abbelliti per una sfilata. I cavalli sono abbelliti con pittoreschi manti di fiori e sonagli e le persone del posto riescono a trasformarli in vere e proprie opere d’arte bellissime da vedere almeno una volta nella vita.

Federica Di Battista 4°C, Scienze Umane.

La dama siciliana bardata. Duomo di San Giorgio a Ragusa (Foto di Federica Di Battista).

 “Guardo, osservo, medito l’opera d’arte davanti a me: un mondo si spalanca davanti ai miei occhi, cerco di conoscerlo…”.

La prima parola, anzi, il primo sentimento che sento nel mio cuore mentre osservo quest’opera è l’Amore, esattamente ciò che questo dipinto vuole esprimere. C’è un sentimento intenso tra le due anime gemelle che si danno un bacio, un sentimento puro e sincero, reciproco. L’uomo e la donna sono un unico corpo, un unico cuore, si appartengono.

C’è una moltitudine di colori accesi, allegri e caldi. Naturalmente il primo colore su cui si posano i nostri occhi è il giallo, che è il colore presente maggiormente, ma ciò non significa che sia il più importante, gli altri colori infatti, hanno lo stesso ruolo, perché contribuiscono a rappresentare la vera essenza dell’opera, come per esempio, il calore di un bacio o di un abbraccio. Adoro tutti questi colori.

Non ho letto alcuna informazione su questo dipinto, ma per me, i fiori sotto i loro piedi rappresentano la primavera, la stagione nella quale si risvegliano i sentimenti nel cuore delle persone.

Non ho voluto leggere né la storia, né la critica del quadro, non volevo farmi influenzare, ed è questo quello che bisogna fare quando si osserva quest’opera … ognuno la interpreta come vuole secondo le proprie emozioni.

Aurora D’Elia Classe 3°E, Linguistico.

“Il bacio” di Gustav Klimt, realizzato nel 1907/1908.

 “Un uomo scende con gli agenti della sicurezza in un caveau di una banca a Tokio, siede davanti ai “Girasoli” di Van Gogh, rimarrà così per un po’ prima di andare via: ha comprato l’opera.”

 I “Girasoli” sono una delle opere più conosciute di Van Gogh, dipinti olio su tela tra il 1888-1889 mentre si trovava ad Arles. Questo fiore, dal luminoso colore giallo, è stato una delle maggiori ispirazioni del pittore, tanto da rappresentarli in diverse sfumature. Sono state rappresentate due serie di quadri raffiguranti i girasoli: girasoli a vaso e girasoli a terra. Come possiamo vedere anche dalle opere, sono stati utilizzati colori molto vivaci come il giallo per i fiori stessi ed il blu e il viola per lo sfondo, essendo tonalità complementari del giallo. Le pennellate forti e decise, il colore disposto a strati, trasmettono all’osservatore gioia e felicità, motivo per il quale Van Gogh scelse questo fiore come protagonista di alcuni dei suoi quadri. Ed è proprio così: questo fiore, dal colore così caldo ed intenso, suscita in chi osserva una sensazione di allegria, positività e pace. Una sorta di libertà interiore e spensieratezza che permette di immergersi in una realtà diversa. Ed è proprio attraverso l’arte che Van Gogh riusciva ad evadere dal mondo reale, dai problemi e dalle angosce che ogni giorno lo tormentavano.   

Sara Finucci 3°E, Linguistico.

“Girasoli” di Van Gogh, realizzato nel 1887.

“Che cosa mi ha trasmesso un quadro, un’opera d’arte. Rimarrà in me, per sempre..”.

Per la prima volta in vita mia mi sono soffermata ad osservare l’opera “Notte Stellata” di Vincent Van Gogh, realizzata nel 1889. 

Non ero mai stata affascinata ed incuriosita dall’arte prima di vedere questo quadro: sono stata talmente colpita da interessarmi alla storia sia del quadro che dell’artista stesso, tanto da andare a vedere il film uscito lo scorso dicembre in tutte le sale cinematografiche.

Basta un solo sguardo per percepire le emozioni che il pittore voleva trasmettere attraverso esso.

La policromia dell’opera dettata dai colori giallo, nero e blu notte, trasmette immediatamente in chi guarda una sensazione di armonia e pace.

Il dipinto, realizzato olio su tela e oggi conservato al Museum of Modern Art ad Amsterdam, è una delle opere più importanti, non solo dell’artista, ma dell’arte in generale.

Esso è forse uno dei quadri che mi ha emozionato di più in assoluto, pur avendolo visto per caso sfogliando le pagine di un libro di storia dell’arte.

Spero, un giorno, di avere la possibilità di andare a vederlo dal vivo assieme ad altre opere di questo straordinario artista, riconosciuto tale solo dopo la sua morte. 

Erika Iacutone 3°E, Linguistico.

“Notte stellata” di Van Gogh, realizzato nel 1889. 

“Davanti l’opera d’arte, il mio sé, la mia sillaba centrale di essere…”.

Un secondo.

Un secondo in cui il tempo si ferma, in un’atmosfera sconosciuta che però sembra così familiare.

Uno spazio fissato in chissà quale tempo.

E così ci si ritrova ad essere non più osservatore ma soggetto in analisi; in un certo senso questa “finestra” ci aiuta a vedere sotto un’altra luce il mondo e ci aiuta a dipingere un quadro delle emozioni che suscita in noi. 

Parlando personalmente, un’opera che ha suscitato in me emozioni contrastanti è “San Giorgio e la Principessa” di Pisanello. In quest’opera l’armonia delle figure, il bianco marmoreo ed il verticalismo immobile degli edifici entra in contrasto con il dinamismo “spietato”, l’atmosfera tetra e di tensione e con la rigidità degli sguardi di persone e animali, dandomi un senso di inquietudine, come di un male imminente.

Pasquale Saltarelli 4°E, Linguistico.

“San Giorgio e la Principessa” di Pisanello, realizzato tra il 1433 e il 1438.

“Guardo il mio tempo e cerco la profondità dell’opera d’arte.”.

Le prime forme di arte le conosciamo attraverso gli uomini primitivi. Infatti, sono state ritrovate numerose statuette e dipinti rupestri nelle grotte. È molto bello, interessante e piacevole conoscere l’arte in tutte le sue forme, è arte non solo le opere come statue, monumenti, quadri ma anche il cinema, il teatro e la musica perché comunque trasmettono emozioni diverse ed esperienze. Davanti all’arte ognuno ha reazioni diverse dall’altro e penso che guardando un’opera d’arte è come trovarsi davanti a uno specchio che riflette la nostra anima e fa uscire i nostri sentimenti che possono essere gioia, tristezza ma anche paura. Io a volte con la mia mente guardo al tempo della Seconda Guerra Mondiale dove 350 valorosi tra uomini e donne appartenenti a ben 13 paesi diversi tra il 1943-1951 prestarono servizio presso la M.F.A.A. (Monument Fine, Arts and archives). Essi sono passati alla storia con il nome di Monuments Man. Erano persone colte ed appassionate senza esperienza militare perché erano restauratori, archivisti, direttori di musei, esperti di arte e archeologi. Erano in servizio presso gli eserciti alleati e avevano una missione delicata: recuperare i capolavori dell’arte che i nazisti rubavano. Essi si suddivisero in diversi paesi europei dopo lo sbarco in Normandia insieme alle altre truppe. Hanno ritrovato migliaia di quadri importanti, statue, mobili, libri, monete e molti oggetti preziosi. Grazie a loro anche un’opera di Michelangelo venne ritrovata dentro una cassa in Austria: la famosa Madonna con bambino. È questa la profondità dell’arte che cerco, è questa per me la fiamma che mi ha scatenato emozioni al pensiero della loro pericolosa missione ma appassionante che ha saputo salvare e restituire non solo beni immensi ma culture, tradizioni e radici di tante nazioni europee. Grazie al loro grande lavoro, le nostre nazioni guardandosi indietro, riescono a rivedere opere meravigliose e di grande cultura che tutt’ora non hanno prezzo. Io penso che una nazione senza la propria storia e le proprie opere d’arte non sia una nazione vera e propria perché le emozioni che proviamo dinanzi a un’opera d’arte sono le stesse che proviamo entrando in un Paese ricco di bellezze immense. Un’ultima riflessione che voglio fare su questo argomento è: ritengo che si possa essere d’accordo sul fatto che l’arte sia prima di tutto una forma di comunicazione oltre che un atto creativo che ci consente di esprimere noi stessi e di plasmare la realtà secondo un punto di vista personale.

Cesidio Luciani 3°C, Scienze Umane

Scena del film Monuments Man. (Immagine scelta da Cesidio Luciani).

“Viaggio nel tempo e nello spazio, sento l’opera d’arte, il suo “respiro”.”

Guardando quest’opera nasce in me un sentimento di allegria e di libertà, ho la sensazione di entrare nell’opera stessa.

Mi sembra di respirare il dolce profumo di quei candidi fiori rosa in primavera e spariscono tutti i pensieri negativi dalla mia mente lasciando spazio a quelli positivi.

Secondo me Van Gogh era felice e tranquillo mentre dipingeva questo quadro perché ha scelto di ritrarre un albero in fiore che per me è simbolo di amicizia e serenità.

Secondo il mio pensiero l’opera d’arte non è fine a sé stessa ma interpreta anche lo stato d’animo dell’osservatore, modificandolo al tempo stesso.

Toschi Maria Helena 3°E, Linguistico.

“Ramo di mandorlo fiorito” di Van Gogh, realizzato nel 1890.

“Entrare dentro l’opera d’arte, in un viaggio onirico, sì, viaggiare leggeri.”.

In un freddo pomeriggio di marzo decido di sprofondarmi nel mio comodo divano di alcantara e concedermi un breve riposino, dalla finestra alle mie spalle penetrano gli ultimi raggi di sole, di uno strano colore rossastro, l’angolazione della luce crea un particolare fenomeno e si scaglia come il faro di un porto sul dipinto posto dinanzi ai miei occhi. Su una parete stuccata di rosso pompeiano, i raggi solari illuminano la bellissima riproduzione su tela di un dipinto molto caro a mia madre: il “Ritratto di Adele Bloch-Bauer”, di Klimt. Avevo sempre visto quel quadro in casa, ma solo ora con quello strano gioco di luci vespertine, ne apprezzavo la maestosa bellezza. Anni fa, a causa di una brutta otite, ebbi un violento attacco di vertigini, oggi, senza gli stessi spiacevoli effetti collaterali, mi sembra di sprofondare in una vertigine nuova e surreale. Quel mare di oro, catturano la mia attenzione, mi lascio trasportare in questa voragine di occhi, triangoli, mosaici e colori brillanti. Mentre vengo trascinata in questo turbinio di lusso pittorico, ho come la sensazione di essere trasportata nell’antico Egitto, tra i decori e i fasti di un faraone. Mi sembra di avvertire sulla pelle il caldo tepore dell’oro fluido e mi lascio cullare da quella meravigliosa percezione. Poi improvvisamente noto un volto e due mani di donna, sembra quasi un fantasma, le meravigliose labbra rosse e la sua espressione eterea, l’eleganza della sua posa, il suo meraviglioso abito, che sembra trasparente e si confonde con lo sfondo. Il volto e le mani sono come estranee al quadro, ma catturano la mia attenzione, anzi lo sguardo della bella signora mi attira, quasi mi trascina all’interno di tutti quei colori. Non riesco a datare la bella donna rappresentata, è antica e moderna, ma potrebbe anche essere l’espressione del futuro. Improvvisamente la luce che filtra dalla finestra si spegne, il sole è tramontato… Ora non resta che il quadro, il mio viaggio nel suo interno è terminato con mio rammarico, ma una cosa ho capito, Klimt è un visionario straordinario, chi osserva il frutto della sua fantasia non può fare altro che entrare in una sorta di paese delle meraviglie, dove un vortice ci avvolge tra giochi di colori, oro, volti, buio e luce; ognuno può vederci ciò che vuole e i suoi meravigliosi volti fluttuano come maschere a Venezia, in un ciclone di simbolismi criptici.

Chiara Cerasani 5°A, Economico Sociale.

(Chiara Cerasani è una giovane scrittrice alle prime esperienze).

“Ritratto di Adele Bloch-Bauer” di Gustav Klimt, realizzato nel 1907.