La Torre di Cerrano.

Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Il geografo greco Strabone (60 a.C. – 19 d.C.) e Plinio (I secolo d. C.), citano il porto di Hadria, oggi Torre di Cerrano. In età romana la via Cecilia con la Salaria avevano dato valore economico alla posizione strategica del porto di attracco per le merci in viaggio fino a Roma. I resti dello scalo si rintracciano nei fondali sabbiosi prospicenti la Torre di Cerrano: bitte, capitelli, ormeggi, strutture in pietra, segnano i resti dell’ancoraggio sepolto dalle acque. Ma la torre di Cerrano (torrente Cerrano – matrinus) è del XVI secolo (completata nel 1582), torre costiera del Regno di Napoli, massiccia a base quadrata in laterizio con beccatelli sommitali, caditoie e merlature guelfe. La torre costiera presidio e guardigione di avvistamento, strategica per la costa, fu un modello urbanistico spagnolo per eccellenza del litorale abruzzese contro le incursioni nemiche, soprattutto per allarmare le popolazioni limitrofe della costa. Il progetto del viceré Don Pedro Perafan de Rivera prevedeva sei torri sul litorale esteso che comunicavano con segnali ottici. La Torre di Cerrano, inoltre, è presente in diverse vedute negli affreschi di Andrea De Litio (anno 1460), abside del coro della cattedrale di Atri, denominata Santa Maria Assunta.