La Vaccareccia di Monte Corvo. Gran Sasso d’Italia.

Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

La Vaccareccia a 1500 metri, pendici occidentali di Monte Corvo. Un insediamento di pietre, una geo struttura che limita, sbarra e traccia il confine nell’imbuto carsico del Chiarino: lunga linea di pietrame con due costruzioni dirute per il ricovero degli uomini e animali, ancora avvolta nel mistero nelle sue motivazioni antropiche. La Vaccareccia di certo è un’antica masseria di capanne in pietra a secco e recinti per il ricovero dei bovini. Gli animali trovavano protezione all’interno dei mandroni, questi a forma quadrata, fino a coprire un’area stimata in 1700 mq. L’altezza del recinto è di circa due metri (rimangono oggi le tracce di fondazione), e contiguo ad esso due edifici in pietra e malta per lavorare il formaggio, per il pernottamento dei pastori e rimessa degli attrezzi in uso nell’accampamento in quota. Il lungo muro di sbarramento della Vaccareccia attraversava la vallata, la sbarrava, quasi a voler delimitare la separazione delle due attività pastorali dell’allevamento: bovino e ovino, ed evitare sconfinamenti delle mandrie fin sopra le località Castrati e Solagne a circa 1800 metri. Il lungo corridoio è stato costruito con le pietre sottratte al suolo, e con una tecnica in alzato del muro, una inclinazione verso l’interno, per determinare duttilità dell’impianto in pietrame che si estendeva per oltre 400 metri. L’altezza del muro contro l’attacco dei lupi.