Testo e fotografia Vincenzo Battista.

È il feticcio dal latino facticius, “fabbricato, costruito”, e dunque non originale, inanimato vive nella sua forma di desiderio: oggetto “senza anima”, muto da un potere arcaico, magico spirituale. Si sposta lo spaventapasseri, si trasfigura all’occhio dell’osservatore che viene investito dalla sua forma che risale le conformazioni antiche divinatorie, sia individuali che di gruppo. Amuleto di pratiche colturali, aspettative sociali in un tessuto di povertà, miseria e schiavitù. Terre da coltivare, amuleti da alzare sul paesaggio in un meccanismo di simbolizzazione, per avvicinare una forza sovrumana invisibile:  il controllo delle stagioni.

Le immagini. Allegoria dello spaventapasseri.