“Nero con Punti” l’opera d’arte del 1958 di Albero Burri ( 1915 -1995 ).

Iuta, vernice sintetica polimerica, cola vinavil, sacchi delle discariche i materiali utilizzati. L’opera misura 200 x 218 ed è patrimonio del Gruppo Unipol, esposta al “Cubo” di Bologna, estensione mediatica dello stesso Gruppo Unipol. Dopo due anni di restauro, il manufatto e soprattutto l’autore viene presentato in un sito quasi surreale per l’allestimento. Burri definito informale e materico e punta avanzata, e “primate” indiscusso delle Neo Avanguardie del secondo dopoguerra e capiremo il perché, realizza l’opera monotipo nell’ambito della serie sui “Sacchi”. L’opera. L’universo si squarcia e ingoia i destini dell’uomo solitario, si slacciano le dense superfici e si annullano in un gettito visivo, ma non sono buoni propositi: ” Nero con punti”. Un urlo si apre repentino, richiama l’umanità al centro delle tensioni, nel riquadro, il “primate” osserva, attende, mentre la materia si allarga cupa e in dissolvenza avanza con quella cromia luttuosa, inespressiva, acromatica sembra apparire, mentre i fili tentano di unire la vita bruciata delle due superfici esauste, si allontana il tempo… Un esile filo, esistenzialista, è la ragione dell’equilibrio instabile prima che tutto precipiti, il cosmo si dilata, il linguaggio della figurazione lo insegue. Spiritualità e materia inerte spingono la memoria a non “rompere” i versanti.. ma tentare un ultimo assalto per riavvicinarli: cucire la ferita, stringere e ripiegare le distanze del proprio sé cupo e bituminoso come la tela grezza imbevuta di sostanza a noi estranea, la pelle – materia che chiede solo di essere riportata in vita…