Testo e fotografia Vincenzo Battista.
I mosaici di sant’Apollinare in Classe, Basilica del VI secolo, fatta edificare da Teodorico re dei Goti. La leggenda narra che papa Gregorio Magno ordinò che i mosaici venissero affumicati, poiché per il loro splendore distraevano i fedeli. Nella navata centrale della Basilica, lungo le pareti che si fronteggiano, le fasce superiore sopra il colonnato e gli archi rappresentano la lunga narrazione del cristianesimo attraverso l’arte musiva, quasi fosse una lunga strisciata filmica. Scene di miracoli, personaggi, parabole di Cristo e decine e decine di altri episodi che primeggiano nell’iconografia paleocristiana delle tessere musive in pietra e marmi dorate che unite in una sapiente visione ci restituiscono un mondo, una visione unica del Vangelo. Il punto di osservazione accentuato dalla prospettiva aerea contribuisce all’illusoria profondità di campo, secondo i punti di osservazione all’interno della stessa Basilica. I personaggi, i cortei, le storie dentro i campi narrativi incorniciati come se fossero quadri evocativi. La plasticità dell’arte musiva riunisce il dinamismo dei corpi, gestuali nelle pose, intorno alle conversazioni dei personaggi che dialogano e s’incontrano.