Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Anno 46 a. C. l’inaugurazione del Foro di Cesare, l’atto che segna il diffuso topografico luogo sacro di Roma. Due secoli di superfetazioni architettoniche spaziali, articolate e complesse. Enormi sbancamenti per livellare l’area dove insistevano dimore pubbliche e private. L’intera fascia, come ci appare, sorge tra i colli Quirinale, Viminale, Paladino e Capitolino. Dall’antico Foro romano si ipotizzò,  in un unico apparato pubblico - religioso, la continuità urbanistica appunto con l'edificato nascente dei Fori Imperiali: entrambi si unirono. Il Foro di Augusto, il Foro di Vespasiano, il Foro di Nerva o Transitorio, il Foro di Traiano, l’ingresso alla Basilica Ulpia, la piazza e le decorazioni e infine i Mercati traianei. Il Fascismo nel suo rigurgito di onnipotenza, per volontà di Mussolini, separò il Foro Romano con quello Imperiale negli anni Trenta del Novecento in una operazione urbanistica dittatoriale in spregio alle radici costitutive dell’identità dell’Imago Urbis.