Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Villa Celimontana, la domus romana del Celio nel sottosuolo di fondazione della Basilica dei  SS. Giovanni e Paolo. Cristianesimo e paganesimo in dialogo nel corso dei secoli. Ambienti ipogei su diversi livelli, e prima di divenire una ricca domus romana residenziale tra il II e il III secolo d. C., l’intero apparato murario ospitava un condominio romano, un’insula, un caseggiato popolare costituito da portico, botteghe e abitazioni al piano superiore prospicienti il Clivio di Scauro (antica via che saliva dalla depressione tra Palatino e Celio ). Alla fine del III secolo d. C. l’acquisto di un unico ricco signore romano per la trasformazione della sua domus con gli ambienti affrescati che celebrano, con allegorie, personaggi oranti, decorazioni che evocano forme naturali, tralci di uva, festoni decorativi, animali come il capro guardingo a difesa, volute, e altri protesi a dissimulare la protezione della casa, amorini, divinità dei boschi e della natura, uccelli del buon auspicio, conviviali dei personaggi forse proprietari della domus, rappresentazioni teatrali. Infine un affresco che rappresenta forse un porto in diverse scene di amorini sulle barche con i personaggi centrali in dialogo tra loro e una divinità che offre da un calice su un recipiente qualcosa di importante, da bere. Gli ambienti sotterranei della Roma Imperiale, poi il culto orientale del cristianesimo: la mutazione da domus (500 metri quadrati la sua estensione) a ecclesia. La stanza dei geni II sec. d. C. in due registri. adolescenti in lunghi mantelli con ghirlande floreali e uccelli in volo, pavoni in particolare, fenicotteri e oche, capriolo, profili di templi, frutta e figure di amorini su fondo bianco. La stanza dell’orante, la maschera di Sileno e le maschere orientali, mostri marini. La strada, un tempo, adiacente alla domus, il vicus riscoperto in basolato. Nel IV secolo nella ricca domus, secondo la tradizione, furono traslati i corpi di due romani uccisi per la fede cristiana. Il luogo divenne sito di culto. Sulle pareti ancora insistono divinità celesti, terrestri a acquatiche, e poi il ninfeo con le vasche. La rappresentazione nelle pitture murali di Proserpina dell’Ade (questa è un’ipotesi), oppure Venere con Bacco. Nell’ambiente marino gli amorini pescano e navigano nella baia. Al di sotto dell’affresco avanzi di terme. Proserpina e il personaggio al suo fianco coperti, nelle parti intime, con veli: volontà del cristianesimo che si insedia in quel sito? Tra la fine del IV secolo e l’inizio del V d. C. le stratificazioni storiche, la costruzione della basilica bizantina Titulus Pammachii: il passaggio dalla religione pagana a quella cristiana.