Testo di Vincenzo Battista.

« E di notte com’era calmo e lucente il lago, simile a una striscia d’argento, sotto le finestre del palazzo, alla luce della luna piena, mentre il vecchio castello gettava lunghe ombre sul paese addormentato».
Edward Lear, Celano e il lago Fucino. Volume ” Appunti illustrati del viaggio in Italia”.

Dai centri abitati, ai toponimi dei valloni e le forre del massiccio del Velino e il lago del Fucino con i suoi borghi ; dalla viabilita ai luoghi fortificati e di culto, alle confinazioni fino al tracciato della strada romana di penetrazione, la via Valeria, che risaliva il colle della città di Alba Fucens, oramai scomparsa. Attraverso la grafia, i disegni e i simboli a china quindi, di Lear, viaggiatore inglese, che visitò l’Abruzzo intorno al 1843 e utilizzò gran parte dei suoi Appunti del viaggio italiano elogiando la regione. Strumenti di rilevazione nella concezione comunicatica delle raffigurazioni anche cartografiche :impossessarsi “dell’idea”, possedere il paesaggio, la sua orografia e piegarla ad una comprensione comune di questo vasto territorio della Marsica che oggi invece sul terreno presenta nuovi codici. La fotografia, infine, utilizzata dagli escursionisti di fine Ottocento per censire il paesaggio montano del Velino: impegno, fatica, per portare sulle cengie del massiccio le strumentazioni fotografiche e documentare per la prima volta l’esplorazione e la conquista, lo stupore dei luoghi scoperti.



Celano, il castello e il lago del Fucino. Lear



Il castello di Celano e il borgo fortificato. Lear.

Albe e il massiccio del Velino. Lear.
Il dagherrotipo per le fotografie a lastra su una cengia del massiccio del Velino. Immagine fine Ottocento.


L’ imbocco della valle Majellama, massiccio del Velino. Immagine fine Ottocento.