Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Da Fagnano Alto alla chiesa rupestre di San Rocco.

La grotta miracolosa, la cavità di San Rocco che penetra nella falesia di Ripa di Fagnano, fronteggia il paesaggio all’imbocco della Bassa valle dell’Aterno. Una carrareccia scavata nella roccia si apre dal borgo un varco e termina nel luogo di culto rupestre. È questo il sito per eccellenza degli ex voto esposti in un’ansa della parete rocciosa che con una morfologia sinuosa penetra nella montagna. La facciata tardo settecentesca, a capanna, presenta un portale e un timpano incompleto nella sua chiusura apicale, due finestre poste ai lati dell’ingresso che per alcuni metri si avvale di una copertura a botte, per poi lasciare alla roccia viva la visione di un rifugio – eremo devozionale e luogo di culto per grazia ricevuta. Lungo la carrareccia un uomo anziano sosta e racconta l’intercessione di San Rocco a favore di sua moglie a seguito di una lunga malattia. Le pareti terminali della grotta e la volta sono costituite da grandi blocchi compatti in calcare. La volta è decorata sulla roccia con stelle blu per conferire sacralità scenica all’impianto devozionale. La stessa roccia in alcuni punti è stata preparata con la stesura dell’intonaco per ospitare la figura di Gesù e i santi: tra questi San Rocco e San Sebastiano. Due altari in pietra con decorazioni a festoni, allegorie e simboli religiosi sono da attribuire a una donazione a seguito di un evento miracoloso. In uno dei due altari, nella sommità, spiccano le figure religiose di Gesù Cristo, San Antonio di Padova posti ai lati di un altare dipinto e sorretto da due putti con sopra la Colomba dello Spirito Santo. Due tende sembrano chiudere questo che dovrebbe apparire il tabernacolo. L’enigma dell’intera composizione è costituito dalla Madonna con il Bambino (dipinta in una fase successiva), volutamente inclinata poggia e si sorregge con la sua testa sull’arco compositivo che forma la nicchia taumaturgia. Un’altra Madonna è dipinta su un altare vicino, mentre San Rocco e il suo cane costituiscono la pittura rupestre nella sua interpretazione formale. Scritte devozionale e augurali di buon auspicio compaiono sugli intonaci. L’impianto religioso e sovrastato da blocco di masso di notevole dimensione che si è staccato dalla falesia e miracolosamente, ricordano a Ripa di Fagnano, si è fermato a pochi metri dalla chiesa durante il passaggio della processione religiosa in onore di San Rocco. Gli ex voto esposti di piccole vesti, indumenti dei bambini, tovaglie ricamate in lino e cotone, decorate con testi cuciti in uncinetto e tombolo di pregevole fattura, sono il paradigma del flusso metastorico dell’intera area geografica, salvifica e apotropaica delle genti in un continuo, intimo pellegrinaggio per le loro aspettative: auspici e desideri nella forra inquieta dell’Aterno, ma tutelata da San Rocco. Nel luogo di culto vivevano gli eremiti: chiedevano l’elemosina, tutelavano con la loro presenza il luogo, costituivano per la comunità locale il lascito antico vocazionale del pellegrino e taumaturgo francese Rocco, venerato dalla Chiesa cattolica e patrono di numerosi borghi, oltre al mondo contadino, agli animali, alle grandi catastrofi come i terremoti, alle epidemie e alle malattie gravissime . Nel Medioevo protettore contro il flagello della peste. Nell’affresco che lo rappresenta nella pittura murale della grotta San Rocco mostra le pieghe della peste.