Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Il nome che ricorda la produzione dei frutti di limone, è probabilmente legato al centico limo o lemos o all’etimo latino lìma. Il toponimo lemonus è comunque attestato mel 1192. Le limonaie, l’entroterra e le enormi falesie che si alzano a ridosso del borgo, la sua esposizion privilegiata nel lago, le tradizioni che si conservano, la natura lussureggiante, i vicoli e le piazzette che salgono fin sopra il borgo, i luoghi sacri, l’edilizia storica delle case e i materiali utilizzati, caratterizzano il luogo nella sua atmosfera unica, citata e narrata dai viaggiatori stranieri sul lago di Garda. Su tutti J. Wolfgang Goethe.

«13 settembre 1786. Il mattino era magnifico, un po’ nuvoloso, ma, al levar del sole, calmo. Passammo davanti a Limone, con i suoi giardini e terrazze su per il pendio dei monti; uno spettacolo di ricchezza e di grazia. L’intero giardino consta di file di bianchi pilastri quadrangolari che sono collocati ad una certa distanza uno dall’altro, su per il declivio del monte, a gradini. Sopra questi pilastri sono collocate delle robuste pertiche per coprire, in inverno, gli alberi che crescono negli intervalli. La lentezza della traversata favoriva l’osservazione e la contemplazione di questo piacevole spettacolo.»
«J. Wolfgang Goethe, Viaggio in Italia, 1816-1817»