Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Una visione dell’arte, una concezione della pittura che supera i confini della rappresentazione, una modernità patrimonio del nostro tempo.

Nel borgo di San Vito la casa di Giorgio Vasari acquistata nel 1541, oggi sede museale dell’impronta visiva pittorica lasciata dall’artista. Costruita su tre piani la casa, organizzata per la servitù al primo e secondo piano. L’ultimo piano nobile la sua dimora privata. Intorno all’edificio un giardino all’italiana, rinascimentale, geometrico con siepi e una veduta sul borgo di Arezzo. Le decorazioni pittoriche della casa sono state realizzate da Vasari attento a celebrare e a evidenziare i simboli iconografici del proprio tempo con il contributo anche dei suoi amici aretini. Architetto, storico dell’arte e pittore, Giorgio Vasari affresca così le stanze a partire dal 1542. Il gusto manierista è visibile soprattutto nella quadreria con circa sessanta dipinti eseguiti da lui e dai suoi collaboratori. Al piano nobile, tramite una scalinata, con il busto di Vasari, si entra nella stanza del camino. L’artista affresca il luogo a partire dal 1548 con i temi: “Cacciata dell’Invidia” e della “Fortuna” da parte delle Virtù. La visione di questa pittura metafora della vita è nel soffitto a cassettone e nelle pareti appunto con figure allegoriche, paesaggi, storie eroiche dell’antichità, poi la “Cappellina” con la Madonna e Fra Paolino e il pavimento in maiolica del XVI secolo. Il tardo manierismo è presente nel corridoio con le sue visioni apocalittiche. La camera nuziale con il soffitto decorato da Vasari di Abramo tra le immagini del mondo, della “Pace”, la “Concordia”, le “Virtù” e la “Modestia”. La “Camera di Apollo” fu affrescata dall’artista è rappresenta Apollo e le nove muse con l’allegoria dell’amore, il ritratto della moglie Nicolosa Bacci. Nella camera della “Fama”, Vasari dipinse nel soffitto appunto il suo intendimento sulla “Fama” e nei peducci e lunette le quattro arti, il suo ritratto e degli artisti aretini: Signorelli, Della Gatta, Spinello, Aretino con Michelangelo e Andrea del Sarto. I contenuti allegorici e pittorici, la consistente visione continua e avvolgente della cosmologia dei miti antichi attualizzati, la narrazione insita dell’affresco, la visione manierista di un mondo bucolico e possibile per averlo vicino e condividerlo, fanno di Vasari un attento studioso e documentarista che attinge le sue conoscenze ai testi antichi per realizzare uno scenario così inedito e dettagliato nelle ragioni che afferma, esclusivo di una pittura commemorative e manierista che non ha eguali. Pitture murali sulle volte e sulle pareti, dipinti su tavola che Vasari realizza a più riprese nella sua abitazione decorata che vivacizza il suo pensiero e lo tiene costantemente aperto alla bellezza e al sogno dell’arte senza barriere.