Testo e fotografia Vincenzo Battista.

In volo con il pilota Davide Zecca, aeroporto dei Parchi – L’Aquila.

Le periferie, nelle immagini, per una lettura simbolica della realtà contemporanea, assumono un “volto”, sono il paradigma di una sfida antropologica come nel romanzo “Il deserto dei Tartari”, proviamo a pensare. Una comunità lì diviene, nella persona, un essere periferico associabile a un essere umano… Assaporate il vuoto di un luogo immutabile, senza cambiamento e trasformazione. Cantieri edili, “lavori in corso”, tracciamenti muti e solitari sotto i passi delle persone, passato e presente si uniscono non più nella metafora, ma possiamo sentire comunque le “urla nel silenzio” di una ribellione sopita. Non c’è protagonismo e protagonismi nelle periferie. Il territorio di una antropologia periferica vive solo dei suoi significati misterici dell’umanità – altra. La democrazia è rarefazione lì, mantiene, anestetizza i nuovi patrioti ma pronti alla fuga da quei “valori…”.